venerdì 17 marzo 2017

18 marzo 2017 - Compleanno di Renato Bordonali - Contro l'eutanasia. Il valore inestimabile della sofferenza

In occasione del compleanno di Renato (che è in Cielo), condivido quanto ricevuto dal Comitato Verità e Vita in merito all'eutanasia e ripropongo la storia di Renato nei suoi ultimi due anni di vita (2008 e 2009).
In questo periodo così difficile e segnato dalla leucemia, Renato ha saputo rispondere con dignità, fermezza e coraggio rifiutando la fine anticipata della sua vita. Renato fu felice di vivere la sua vita fino all'ultimo giorno, ringraziando Dio per il dono di questa vita, anche se difficile e in sofferenza. Seppe offrire le sue sofferenze a Dio e, fino all'ultimo istante, non lo ha mai abbandonato il sorriso e la riconoscenza nei confronti di Dio e del suo prossimo che lo ha assistito con amore, condividendo la sua vita e la sua sofferenza. Non è stato un periodo inutile, ma posso dire con certezza che è stato il periodo più fecondo della sua vita e forse anche il più dolce e mite.
Renato Bordonali, 18 marzo 2009

Renato Bordonali e l'eutanasia - la sua storia.

Nell'ottobre del 2007, all'improvviso, Renato si scopre malato: leucemia acuta mieloide. Viene ricoverato in un grande ospedale di Milano (non facciamo il nome dell'ospedale e dei medici coinvolti).

Affronta, con grande coraggio, forza e dignità, tutta la trafila delle cure in un Reparto Ematologico all'avanguardia, assistito con sollecitudine e competenza.
Nel maggio 2008 viene dichiarato inguaribile, è ormai "un vuoto a perdere" e qui comincia il vero dramma di Renato che non si rassegna alla "sentenza" e vuole continuare a vivere e a sperare, nonostante tutto. 
Viene affidato dal Primario all'Assistenza Domiciliare che comprende l'assistenza medica e infermieristica a domicilio. Solo le trasfusioni di sangue, quasi giornaliere, devono essere effettuate in ospedale. L'aspettativa di vita era all'incirca di sei mesi, salvo imprevisti. Renato continua a vivere normalmente, a coltivare i suoi interessi, a frequentare la sua Libreria  ceduta all'amico Leonardo, a interessarsi di politica, la sua passione da sempre, ad amare i suoi cari e i suoi gatti (TRE). Non migliora molto, ma neanche peggiora drasticamente come ci si poteva aspettare. Prenota il viaggio a Lourdes con l'UNITALSI  per la fine di aprile 2009. Continua a recarsi in ospedale per le trasfusioni, sempre sereno, forte e coraggioso, recita il Santo Rosario tutti i giorni, legge i Salmi, va a Messa. riceve il Sacramento dell'Unzione degli Infermi, perchè vuole guarire e preparsi al Grande Incontro se così avesse deciso il Signore.  Si indigna per il caso di Eluana Englaro che segue con grande partecipazione, profondamente convinto che nessuno aveva il diritto di accorciare anche di un solo giorno la vita di quella disgraziata ma certo non inutile Creatura. Purtroppo l'entourage di medici che lo cura a domicilio sembra avere idee molto differenti dalle sue. Alla fine il gentile medico che lo curava da mesi era forse infastidita dal faldone della cartella clinica che si appesantiva sempre più ed era incredula che un malato in quelle condizioni fosse così pazzo da affittare una casetta in montagna e da andarci  pure spesso, in auto e da solo. Non solo, il malato ride e fa battute su Obama che non gli piace nemmeno un po', costruisce grafici in excel sull'andamento delle sue piastrine, insomma è più vitale di tanti uomini sani che trascinano stancamente un'esistenza vuota di senso e di valori. A Renato mancava la salute fisica, ma la mente non cedeva di un millimetro e di tutto era carente meno che di valori. A questo punto, il gentile e giovane medico sputa il rospo: "Non è etico sprecare tutto questo sangue per una persona comunque destinata a morire! Lei, Signor Bordonali, dovrebbe decidersi ad entrare in un hospice dove in capo a una settimana, non potendo fare le trasfusioni, perchè non è un ospedale, tutto finirebbe! Tanto, Lei non ha scampo" . Era il 17 novembre 2008. Renato si sentì mancare, più per la mancanza di umanità dimostrata da un medico che pure aveva fatto il giuramento d'Ippocrate e a cui lui era affezionato, che per le parole stesse. Aiutato dai suoi cari e grazie a Michela, amico e medico di grande cuore e anche dal medico di sempre, dott. Luigi Tedone, riuscì a lasciare la Struttura in cui era in cura dal 2007 da un giorno all'altro e senza salutare, ovviamente. Trovò una accoglienza calorosa e competente al Reparto di Ematologia del Policlinico, il Day Hospital, dove i dottori Nicola Fracchiolla, Reda e Aprile e gli infermieri lo hanno curato con dedizione. Lo consolarono delle dure parole e del disprezzo subito come malato e come persona affermando che per loro anche il novantacinquenne leucemico aveva diritto alle trasfusioni fino all'ultimo giorno della sua vita. Questi giovani medici, a cui va  il nostro ringraziamento e la nostra benedizione, avevano fede in Dio. Credevano che Dio solo ha il diritto di donare la vita e di riprendersela! Forse il giovane medico dell'altra struttura ospedaliera aveva altre convinzioni. Non lo sappiamo.
Renato ha confidato la sua storia anche a Padre Antonio Zanotto, francescano capuccino, che in un'omelia del 19 dicembre, all'Oasi di Antegnate, raccontò ai fedeli durante la messa quello che era successo a una Creatura di Dio, a Renato.Pur non facendo nomi di ospedali, ovviamente, mise in guardia i fedeli dall'affidarsi a certe strutture o cure domiciliari, cosiddette all'avanguardia, senza prima accertarsi bene delle intenzioni reali di queste strutture e cioè eliminare prima possibile i vuoti a perdere, nel rispetto della Legge, s'intende. Padre Zanotto disse chiaramente tutto ciò. Esiste il CD con la registrazione di questa omelia.
 Il 18 marzo 2009, Renato ha festeggiato, insieme ai suoi cari e ai suoi amici, il suo compleanno in una pizzeria di Milano. Felice come un bambino, ha spento le sue 60 candeline, ha scartato i suoi regali. Secondo qualcuno, doveva essere morto da almeno 7 mesi. Sono stati invece sette mesi bellissimi pur nella sofferenza della malattia, ricchi di risate, di Fede, di Speranza, di Amore per tutti anche per il medico domiciliare a cui aveva perdonato col cuore, per amore di Gesù Crocifisso. Gite in montagna, nella sua amata Moggio, cibi mangiati con soddisfazione, libri interessanti, coccole a non finire con la sua amatissima gattina Iside, con il suo gattone Michele, fregandosene delle eventuali pericolosissime graffiatine. Tutto questo, per qualcuno, non ci sarebbe dovuto essere... per motivi etici, ovviamente, per essere politicamente corretti, ovviamente... Il Signore, che non ha bisogno del politically correct ha deciso altrimenti. Renato è andato in Cielo il 15 aprile senza subire un solo giorno di allettamento totale; un'emorragia cerebrale lo ha portato via in pochissimo tempo, dopo aver ricevuto i Sacramenti chiesti da lui stesso, con la mente rivolta a Lourdes e alla Dolce Madre. Sia fatta la volontà di Dio.



"Una parola ha detto Dio,
due ne ho udite:
il potere appartiene a Dio,
tua, Signore, è la Grazia;
secondo le sue opere
 tu ripaghi ogni uomo."

Dal Salmo 61



Il valore inestimabile della sofferenza
"Sappiate soffrire tutto cristianamente
e non temete che nessuna sofferenza,
per quanto basso ne sia il suo motivo,
resterà senza merito per la vita eterna".
 San Padre Pio da Pietrelcina


COMUNICATO  STAMPA  N. 187 DEL 2 MARZO 2017

CONTRO LA LEGALIZZAZIONE DELL'EUTANASIA: NESSUN COMPROMESSO!

SALVIAMO GLI  ANZIANI IN STATO DI DEMENZA ED I SOGGETTI INCAPACI O PRIVI DI COSCIENZA DALLA MORTE PER PRIVAZIONE DELLE TERAPIE E DEI MEZZI DI SOSTEGNO NECESSARI PER MANCANZA DI CONSENSO !

Il progetto di legge sulle disposizioni anticipate di trattamento che verrà discusso dalla Camera ha un obbiettivo preciso: favorire ed anticipare quanto prima la morte delle persone "inutili" alla società, soprattutto quelle prive di coscienza (come era Eluana Englaro) e gli anziani in stato di demenza o poveri.

Nel progetto tutto concorre alla loro soppressione. 
La norma sugli incapaci (art. 2) permetterà ai tutori degli interdetti o agli amministratori di sostegno di negare il consenso a nuove terapie per gli assistiti: ma il progetto di legge considera terapia anche la nutrizione e l'idratazione artificiale, cosicché, come avvenne per Eluana, i tutori potranno determinare la morte per fame e per sete dei loro assistiti.

Le Disposizioni Anticipate di Trattamento, poi, servono proprio ad ottenere questo risultato.
Diciamo tutta la verità: le DAT sono una trappola ed un inganno per coloro che - credendo di tutelare la propria dignità in un futuro stato di malattia e d’incoscienza - senza rendersi conto delle effettive condizioni in cui potrebbero trovarsi, daranno il via libera alla propria uccisione per mancanza di terapie.
In tutto il mondo l’esperienza del testamento biologico dimostra che i firmatari spesso non sono in grado di capire le questioni mediche oggetto del documento, che i fiduciari non prendono decisioni conformi alla effettiva volontà dei dichiaranti e che i pazienti che lo hanno firmato vengono discriminati dai medici e abbandonati al loro destino.
Il progetto di legge non si cura in alcun modo della effettiva comprensione da parte di chi firmerà una DAT delle tematiche oggetto del documento; non si preoccupa nemmeno della effettiva libertà psicologica e morale del dichiarante, cosicché sono prevedibili pressioni da parte di strutture, medici e familiari sulle persone anziane o malate perché sottoscrivano quel documento, magari quanto più generico possibile.

Il messaggio di fondo è chiaro - e non è un caso che proprio in questi ultimi giorni i mass media con la tv di stato come capofila hanno fatto a gara per propinarcelo in tutte le salse facendo leva sull’emotività: una vita in stato di disabilità non è vera vita, non è degna di essere vissuta ed è opportuno, anzi necessario (per molti rischia di essere obbligatorio) che essa finisca quanto prima possibile, così da non gravare su familiari, ospedali, società, medici.
La beffa finale?  Se l'interessato chiederà di essere curato con tutti i mezzi disponibili, le sue saranno "preferenze in materia di trattamenti sanitari" che i medici potranno disattendere; se, invece, rifiuterà di essere curato, nutrito, idratato, assistito da respirazione artificiale, le DAT saranno vincolanti per il medico che avrà la garanzia espressa dell'impunità.
L'obbligo è solo per la morte, non per la vita!
           
            Il copione già visto per far approvare altre leggi ingiuste, fondate sull’utilitarismo e l’individualismo esasperato, è già in onda e di fronte all’autodenuncia di un reato punibile con la detenzione da 5 a 10 anni ed all’espressa volontà di reiterare a breve il delitto viene lasciato tranquillamente in libertà il denunciante perché possa mettere in atto quanto affermato: perché?!? 
                       
Il carrozzone per introdurre in Italia la “dolce morte di stato gratuita” su mentite spoglie (consenso informato e dat) è già in piena attività: casi pietosi, obbligati ad andare all’estero ed a pagare più di diecimila euro, bombardamento mediatico con tanto di filmati interviste ed appelli e sul fatto che l’Italia non è un paese civile, autodenuncia con nessun provvedimento per evitare l’annunciata reiterazione del reato!
 Ci auguriamo che i Parlamentari, che ancora rispettano la dignità e la vita umana, non si lascino trascinare da questa ondata di morte ed abbiano il coraggio di affermare in Parlamento che la vita di ogni uomo è sempre e comunque intangibile e che nessuno può avanzare la pretesa che lo Stato diventi complice delle volontà suicide o – come accadrà il più delle volte se il ddl sarà approvato! – omicide di suoi cittadini, cui deve invece assicurare sempre le cure mediche per tutelare  il loro diritto alla salute e l’assistenza necessaria nei casi di grande invalidità.

   Contro questa proposta di legge - lo ripetiamo con ferma convinzione - occorre una presa di posizione salda, basata sulla verità del suo contenuto totalmente inaccettabile e che deve condurre i Parlamentari rispettosi della vita e della Costituzione ad una opposizione decisa, senza la ricerca di alcun compromesso.

Il Comitato Verità e Vita è una Associazione aconfessionale e apartitica. Inizia la sua attività il 28 febbraio 2004 - a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 Sulla fecondazione extracorporea -  presenta il Manifesto-Appello “Una legge gravemente ingiusta: la verità sulla fecondazione artificiale ‘in vitro’ ”. Pubblica nel gennaio 2010 il Manifesto Appello “Contro la legge sul testamento biologico. Contro ogni eutanasia.” 
Sede legale: Mura di Porta Massimo D'Azeglio, 4; 40136 Bologna (BO)

Telefono:  392 340 3020 Fax: 05119902255 Codice Fiscale: 91025100065 - C.C.P.: 67571448  
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