mercoledì 7 maggio 2014

ABORTO & 194. FENOMENOLOGIA DI UNA LEGGE INGIUSTA di Mario Palmaro - MARCIA PER LA VITA 2014 DEDICATA A MARIO PALMARO

Marcia per la Vita 2014


RICEVIAMO IL SEGUENTE COMUNICATO DA COMITATO VERITA' E VITA E CONDIVIDIAMO:


Marcia per la Vita. Un rifiuto della legge 194, perché la 194 uccide – di Marisa Orecchia


“Dedichiamo questa quarta edizione della Marcia per la Vita a Mario Palmaro”. Queste parole pronunciate dal palco da Virginia Coda Nunziante, presidente del Comitato per la Marcia per la vita, sono certamente espressione  di affetto e ricordo  per un amico recentemente scomparso, ma soprattutto indicano una verità inconfutabile: Mario Palmaro incarna  con la sua vita stessa  e con l’opera di  bioeticista, di filosofo, di  docente,  di  scrittore, lo spirito  della Marcia per la vita, tanto da poterne essere assunto, con   ragione, a emblema.



Comune denominatore della Marcia per la Vita, che chiama   a Roma dall’Italia e dal mondo  decine di migliaia di persone, anche quest’anno in aumento rispetto all’anno scorso, in un inarrestabile crescendo, è il rifiuto  dell’aborto volontario e della legislazione abortista. Un rifiuto  della legge 194 che si esprime in modo netto e deciso perché la 194 uccide.
Nel suo libro” Aborto & 194 – Fenomenologia di una legge ingiusta” scritto a trent’anni dall’approvazione di questa legge, Palmaro entra come un  ferro acuminato dentro  la lettera e la ratio della 194 e ne sviscera il potenziale  mortifero. “Un libro onesto –scrive Palmaro -  fino al punto di dire come stanno realmente le cose […]al punto da trarre con rigore tutte le conseguenze che la ragione  ci impone: se l’aborto uccide, e uccide un innocente,  non può essere giusto che la legge consenta alla donna di praticarlo”. (pagg 14-15)
Un libro che smonta, una dopo l’altra, le ragioni dell’abortismo, ma soprattutto che rischiara in modo impietoso  i poveri , i superficiali argomenti del pressapochismo di quanti, dicendosi contro l’aborto,  si affannano  difendere  la  194 adducendo  ragioni inconsistenti su presunte parti buone  che  basterebbe mettere in pratica , frasi fatte, tratte dal buonismo  dei luoghi comuni,  che acquietano la coscienza  nella  conclusione che sì, l’aborto è un male, ma in certi casi….
No alla legge di aborto, sempre  e in ogni caso: è questo il leitmotiv  che risuona  in tutta la vita e l’opera  di Mario Palmaro. La stessa melodia che  ha  accompagnato i passi  di quanti  domenica scorsa hanno marciato per le strade di Roma e che  marceranno, sempre più numerosi  per gli anni a venire.  Non sappiamo per quanto tempo ancora sarà necessario  scendere in strada  per affermare una verità  naturalmente  insita nel cuore di ogni uomo, ma che una tremenda e pervicace  cultura di  morte è riuscita a soffocare.
Ma non perdiamoci d’animo. Già altri tempi la storia dell’uomo ha visto nei quali  sembrava  che dottrine totalitarie e mortifere potessero stendere definitivamente  la loro coltre di menzogna su ogni anelito di verità: basti pensare  al socialismo reale che  per decenni ha  potuto tenere prigioniere  popolazioni intere .
Dissolto, come nebbia  al sole.  Anche  i suoi  eredi diretti  che hanno come  obiettivo nel tempo presente, non solo di ridisegnare gli stati e le potenze territoriali, ma la stessa antropologia , la  verità stessa dell’uomo,  cadranno. Quando, non sappiamo. Ma siamo in marcia, con questa certezza.

Il Comitato Verità e Vita è una Associazione aconfessionale e apartitica. Inizia la sua attività il 28 febbraio 2004 - a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 Sulla fecondazione extracorporea -  presenta il Manifesto-Appello “Una legge gravemente ingiusta: la verità sulla fecondazione artificiale ‘in vitro’ ”. Pubblica nel gennaio 2010 il Manifesto Appello “Contro la legge sul testamento biologico. Contro ogni eutanasia.” 
Sede legale: Mura di Porta Massimo D'Azeglio, 4; 40136 Bologna (BO)

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Aborto & 194. Fenomenologia di una legge ingiusta

SugarCo, 2008 - 270 pagine

L'aborto è l'uccisione di un essere umano innocente. Questa verità può esser detta in molti modi e con molte intenzioni diverse: per il gusto un po' feroce di ferire e umiliare la donna che ha abortito; o per il desiderio sincero e amorevole di salvare un innocente da una fine terribile, e una madre da un rimorso oscuro quanto palpabile. Ma poi, alla fine, contano i fatti. E il fatto rimane sempre quello: con l'aborto si uccide. Questo vuole essere un libro onesto, al punto da trarre con rigore tutte le conseguenze logiche che la ragione ci impone: se l'aborto uccide, e uccide un innocente, non può essere giusto che la legge in Italia la 194 del 1978 consenta alla donna di praticarlo. Lo scandalo non è che una donna possa essere tentata
di abortire. Perché ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, un uomo è tentato di uccidere, rubare, tradire, violentare, sfruttare, mentire, uccidersi. Lo scandalo è che una società e uno Stato possano dire a quella donna: "Ecco, accomodati, ti ho preparato un luogo pulito e sicuro dove tu possa farlo gratuitamente".