martedì 24 luglio 2012

UNA BEFFA IL REFERENDUM PER IL CONTRATTO DEI FERROVIERI - 25 LUGLIO 2012

Un ferroviere ci scrive:

Perchè è una beffa questo referendum?

  1. Il referendum è organizzato dai Sindacati che hanno tutto l'interesse che il contratto sia approvato. Non esistono garanzie sulla regolarità delle operazioni di voto (all'ultimo referendum le schede erano già prestampate con i sì), per cui il risultato è scontato. Sarà sulla falsa riga  di quello  per l'annessione dell'Austria alla Germania nazista del 1938 (il 98% dei consensi).
  2. L'orario passa da 36 a 38 ore settimanali senza una reale contropartita economica. (L'aumento netto a settembre sarà all'incirca di 30/40 euro per i livelli medio/bassi, cioè la stragrande maggioranza dei ferrovieri. Le ore di lavoro in più saranno invece 8/10 al mese).
  3. Sorge inoltre spontanea una domanda? Cosa faranno i ferrovieri impiegati negli uffici in quelle due ore settimanali in più, visto che, già adesso, in molti (tranne i soliti privilegiati), non sanno come riempire le loro giornate lavorative dato che il lavoro scarseggia per la stragrande maggioranza degli impiegati? Chissà, forse, nella crisi economica generale che imperversa in Italia le Ferrovie saranno un'isola felice in cui il lavoro aumenterà a dismisura. Ce lo auguriamo, pur credendoci poco, anzi, niente.
  4. Sorge altrettanto spontanea un'altra domanda. CUI PRODEST? La risposta la fornisce Landini, il capo della FIOM, perchè quello che vale per i metalmeccanici non può non valere per i ferrovieri. Assodato, senza ombra di dubbio, che non c'è abbastanza lavoro per tutti, l'aumento dell'orario prelude a una sola cosa: licenziamenti di massa. Non occorre essere maghi nè avere la sfera di cristallo per profetizzare che, forse già in autunno, amministratori delegati, politici e sindacati, cominceranno a piangere sulla spesa eccessiva delle ferrovie, sul costo del trasporto locale (a Milano entreremo tutti nell'ATM?) sull'impossibilità di sbaragliare la concorrenza (NTV) e sulla necessità dei licenziamenti per il contenimento della spesa (spending rewiev, in english, please!). Nel frattempo, grazie all'aumento delle ore lavorative, gli esuberi saranno di gran lunga aumentati, in maniera inversamente proporzionale alle garanzie sociali a cui hanno già dato la mazzata la legge Fornero sulle pensioni e quella sul lavoro. 
  5. Si potrebbe obiettare che in questa situazione i sindacati, poveri cocchi, hanno fatto il massimo. Vorrei sapere dove erano quando hanno accettato che si ricoprissero di pensioni, incentivi e buonuscite d'oro i dirigenti e i funzionari che hanno lasciato la barca ferrovia. Viene il sospetto  che ci sguazzassero in mezzo pure loro con i loro rappresentanti, gli stessi  che continuano a imperversare anche dopo la pensione e le prebende inerenti (al mare, al mare...)
  6. Una soluzione ci sarebbe - forse -: provare a votare un bel NO al Referendum (cosa del tutto inutile, viste le inesistenti garanzie sulla regolarità del voto, ma significativa per la coscienza di chi la compie), tagliare pensioni d'oro, prebende ecc. ecc. e farsi restituire una parte degli incentivi d'oro elargiti ai pensionati e non solo a quelli delle ferrovie s'intende. 
  7. Leggere il "Trattato del ribelle",  ricordare che ribellarsi ogni tanto fa bene. Smetterla di fare i soliti pecoroni, mettere i bocconiani in Bocconi, Berlusconi nella sua villa in Sardegna, in compagnia di Bossi possibilmente, Casini ad aiutare (sigh!) il suocero sig. Caltagirone al Monte dei Paschi &Anton Veneta eccetera, eccetera, eccetera. (l'elenco è troppo lungo, fate vobis).
Il Trattato del ribelle di Ernst Junger
http://www.inmarcia.it