Posted: 03 Feb 2013 01:49 AM PST
Dopo “Cinquanta sfumature di
grigio”, l’industria editoriale sforna i prodotti letterari che sulle ali
dell’eros ambiscono a volare fino alla vetta della classifica dei best-seller.
Ultimo della serie “La sposa nuda” di Nikki Gemmell.
Il sesso parlato, immaginato,
guardato, venduto, comprato, praticato, modulato in mille varianti – diventato
ossessione di massa e, con la rete, prodotto di vasto consumo – sembra sia
l’unica rivoluzione vera scaturita dal ’68 “desiderante”.
DEREGULATION
Antonio Scurati – in un recente
articolo sulla “Stampa” – lo nega. A suo giudizio “l’unica vera rivoluzione”
del dopoguerra “è stata quella liberista degli Anni 80”. Che definisce “una
rivoluzione di destra”.
Ma in realtà tutte vanno sotto
l’insegna della totale deregolamentazione: della finanza e della scienza, della
vita e dei commerci, come dei rapporti sessuali, affettivi e addirittura delle
identità sessuali.
Tale deregolamentazione si sottrae
beffardamente alle categorie “destra” e “sinistra”, come la grande bolla finanziaria
si sottrae ai confini degli stati, ai partiti, ai governi. E li domina.
Pertanto la marxistissima
generazione del ’68 ha dato un decisivo contributo alla più capitalistica e
borghese delle rivoluzioni, erigendo il desiderio a pretesa assoluta e così
spianando la strada a un’industria della sessualità e del suo immaginario che
rende merce i rapporti affettivi e pure i corpi.
E’ la felicità promessa? A leggere
oggi i commenti (e già quelli di ieri, Pasolini, Foucault) pare semmai
infelicità. La famosa e celebrata liberazione sessuale del Novecento si è
risolta in realtà in una nuova alienazione, in una servitù volontaria di massa
e in una pratica di controllo dei corpi e delle menti fra le più pervasive.
LA DISFATTA
Anche Scurati, a cui non manca l’acutezza
dello sguardo, osserva: “di
tutte le rivoluzioni mancate – o fallite – dalla sinistra sedicente
rivoluzionaria, la rivoluzione sessuale è stata la più fallimentare. Sul
terreno ha lasciato quasi solo rovine”, in particolare “la
mastodontica mole sociale della frustrazione sessuale” che “è vasta come
un’intera città ipogea…”.
Un nuovo saggio di Zygmunt Bauman,
“Gli usi postmoderni del sesso” (Il Mulino) cerca di tirare le somme anche
teoriche di un “discorso sul sesso” che ha accompagnato, giustificato e
orientato questa rivoluzione postmoderna.
E le parole filosofiche di questa
rivoluzione (un po’ come i prodotti derivati, nel mercato finanziario) sono
innumerevoli, tanti i pensatori, da Lyotard a Sartre, a Bataille, dall’
“erotismo aristocratico e noiosissimo di Sade al Marcuse di ‘Eros e civiltà’ ”,
che, secondo un pungente Maurizio Ferraris, avrebbe fornito la teorizzazione di
ciò che un suo antico maestro “si era limitato a praticare con le studentesse”.
Così pure il discorso filosofico sul
sesso rischia di finire nel salotto impertinente del pettegolezzo, dove già
naviga la sua versione popolare.
Dunque tiriamo le somme di questa
rivoluzione sessuale. Curiosamente
la letteratura che riflette sul fenomeno, celebra la distruzione nell’ignominia
della vecchia morale sessuale giudaico-cristiana, considerata repressiva,
sessuofoba e arretrata.
Ma al tempo stesso
lamenta che così si è prodotta una devastazione dell’umano, definitivamente
mercificato fra i prodotti di rapido consumo.
Quasi coatto. Com’è peraltro il
comandamento della “forma fisica”, requisito dovuto per “stare sul mercato” dei
corpi. Culto estetico alla cui bisogna provvede un’ulteriore colossale
industria.
Con intelligenza (e amarezza)
Scurati scrive: “ci siamo spinti troppo oltre. Abbiamo eretto ovunque templi
votivi alle divinità acefale del sesso… In società non si parla d’altro…
L’aspettativa è enorme, il culto fervente, la pratica ovunque. Dalla copula tra
i corpi degli amanti ci attendiamo rivelazioni sconvolgenti, dalla compenetrazione
tra gli organi sessuali ci attendiamo l’illuminazione riguardo al senso delle
nostre vite. C’è bisogno di aggiungere che rimarremo delusi?”.
RIVELAZIONI
Ma se invece questo
groviglio di carni ci folgorasse proprio con una rivelazione su di noi?
Se addirittura,
queste povere membra esauste di consumo reciproco, ci parlassero delle anime
che dentro i corpi straripano alla ricerca di Dio, sbattendo in ogni modo le
carni per il desiderio di qualcosa che esse non possono dare, cioè colui che
Dante chiamava “il Sommo Piacere”?
C’è una “cultura del piagnisteo” che
dopo aver giustificato la rivoluzione sessuale, ne lamenta gli esiti. E anche
nei suoi rappresentanti più lucidi come Bauman sembra non vederne la teologia.
Io che professo tutti gli
insegnamenti morali della Chiesa cattolica, che li ritengo anzi liberanti e
pieni di sapienza, e che sento come una violenza psicologica e spirituale,
soprattutto per i più giovani, questa sessuomania dilagante, questa aggressione
pornografica onnipresente, voglio dire che anche la cosiddetta rivoluzione
sessuale ci parla dell’inestirpabile desiderio di Dio. E della sua mancanza.
Del doloroso vuoto di Lui che ci risucchia nel suo gorgo, anche attraverso la
carne.
CARNE MISTICA
Lo mostra luminosamente Fabrice
Hadjadj, un giovane filosofo francese, ebreo d’origine, un intellettuale che fu
ateo anarchico e che ha abbracciato il cattolicesimo: ha scritto in proposito
pagine rivelatrici, in “Mistica della carne. La profondità dei sessi” (Medusa).
E’ uno sguardo cattolico il solo
capace di dare una lettura più profonda (e misericordiosa) del pover’uomo
postmoderno “malato” di sesso.
Mi è capitato di scrivere, in un mio
libro recente, che il moralista che c’è in tutti è portato a qualificare come
“bestiali” le moderne ossessioni sessuali. Del resto nel linguaggio comune è
alle metafore animali che si ricorre (il porco, il maiale…). Eppure è vero il
contrario.
Solo gli esseri umani hanno
l’ossessione del sesso. Gli animali no. Perché tale ossessione non viene dalla
natura biologica, ma dalla mente. Non è un desiderio dei corpi, ma delle anime.
E’ l’anima che ha un desiderio
infinito e straripa dentro un corpo limitatissimo e incapace di soddisfarla.
Questa pornomania
di massa è la prova dell’esistenza dell’anima. Non sono i desideri della carne
che esplodono nell’ossessione sessuale planetaria, ma il desiderio dell’anima a
cui il corpo non riesce a star dietro, anche se l’immaginazione s’inventa mille
varianti e mille avventure (che inevitabilmente risultano presto noiose e
ripetitive).
I desideri dei corpi, per loro
natura, sono sempre limitati ed effimeri, come insegna l’osservazione degli
animali. Sono istinti che, appena soddisfatti, finiscono. Il sesso moderno
invece è sempre inappagato.
Perché abbiamo
dimenticato di essere fatti per l’estasi e non c’è cosa in terra che soddisfi
questo desiderio. I padri della Chiesa la chiamano “divinizzazione”, Dante
scrive che siamo nati “per indiarsi”.
Così mancando
l’estasi ci ubriachiamo con il suo surrogato, l’ebbrezza. Della carne, ma anche
di altro (potere, alcol o magari cocaina).
Tutte cose che creano dipendenza (e
quindi possono produrre grandi affari). In fondo aveva già detto tutto Baudelaire.
Il quale ebbe potente la nostalgia dell’estasi, della “visio Dei”. E non solo
lui.
ON THE ROAD
Quando chiesero a Jack Kerouac cosa
stava cercando la “beat generation”, egli rispose: “Dio. Voglio che Dio mi mostri il suo
volto”. In un appunto del 1949 scriveva: “la vita non è abbastanza, qui sulla
terra non c’è abbastanza da desiderare”.
Un giorno tornò nella chiesa della
sua infanzia, a Lowell, e commosso, in quella bellezza, “ebbi la visione di che
cosa avevo voluto dire veramente con la parola ‘Beat’… significava beato…”.
Questo simbolo della rivolta
generazionale del dopoguerra esprimeva così “il desiderio di andarsene, fuori da questo mondo… ‘in
alto’, in estasi, salvi, come se le visioni dei santi claustrali di Chartres e
Clairvaux tornassero…”.
Per questo nell’ultima intervista al
New York Times fu lapidario: “I’m
not a beatnik. I’m a Catholic”.
Antonio Socci
Da “Libero”, 3 febbraio 2013
Vedi facebook: “Antonio Socci pagina
ufficiale”
Aggiungiamo alcune immagini inerenti all'articolo di Antonio Socci
Mistica della carne. La profondità del sesso di Fabrice Hadjadi - Edizioni Medusa
Mistica della carne. La profondità del sesso di Fabrice Hadjadi - Edizioni Medusa