lunedì 25 febbraio 2013

Grazie Papa Benedetto - Pregheremo insieme! - 28 febbraio 2013 ore 20,00



28 febbraio 2013 - Madonna di Fatima
dedicata con profondo affetto al nostro caro
Papa Benedetto XVI - foto di Renato Bordonali  ( agosto 2006)



Profondamente commossi, salutiamo il nostro caro Papa Benedetto e lo ringraziamo per tutte le cure che ha dedicato in questi anni alle sue indisciplinate pecorelle. Pecorelle che sono consapevoli che il loro Pastore continuerà a pregare per loro, così come loro pregheranno sempre per il loro Pastor Bonus



Preghiamo insieme a Papa Benedetto la Madonna di Fatima


AVVOCATA E MEDIATRICE 
DELLA GRAZIA, 


TU CHE SEI 

TUTTA IMMERSA 


NELL'UNICA 

MEDIAZIONE UNIVERSALE DI 

CRISTO,


INVOCA DA DIO, 


PER NOI,


UN CUORE COMPLETAMENTE RINNOVATO,


CHE AMI DIO CON TUTTE LE PROPRIE FORZE


E SERVA L'UMANITA'


COME HAI FATTO TU



Preghiera del Papa Benedetto XVI
Fatima,  12 maggio 2010

giovedì 21 febbraio 2013

Elezioni 2013: le 5 domande che contano ai candidati - Comunicato Stampa di Comitato Verità e Vita

           

Riceviamo questo Comunicato, che condividiamo, dal Comitato Verità e Vita


                                 Comunicato Stampa n. 139
     
ELEZIONI 2013: 5 DOMANDE AI CANDIDATI
                                          


L'Assemblea nazionale del Comitato Verità e Vita – svoltasi sabato 26 gennaio a Bologna -  ha ritenuto doverosa una presa di posizione chiara e forte in vista delle prossime elezioni politiche.
Il Comitato Verità e Vita constata che la difesa dei diritti fondamentali dell'uomo e dei principi non negoziabili è sostanzialmente scomparsa dai programmi delle forze politiche: i pochi accenni che, controvoglia, vengono fatti dai leader dei partiti sono generici e privi di concretezza.  Non pochi politici si dichiarano difensori dei principi non negoziabili, ma esprimono posizioni di compromesso e di sostanziale tradimento della verità.
Soprattutto, i partiti e i candidati non prendono nessun impegno esplicito e preciso su questi argomenti nei confronti degli elettori.
Eppure sono temi urgenti, gravissimi ed attuali: il massacro legalizzato dei bambini prima di nascere prosegue ogni anno ed assume sempre più esplicitamente il carattere di eliminazione eugenetica di quelli che si temono difettosi o malati; le spinte verso l'eutanasia, anche non consensuale, degli anziani malati e dei disabili sono sempre più forti, anche se si nascondono dietro tematiche specialistiche, come il consenso informato dei pazienti e i protocolli medici; la fecondazione in vitro, legalizzata dalla legge 40, determina la morte programmata di centinaia di migliaia di embrioni e, con la caduta progressiva dei "paletti", si mostra nel suo vero volto: strumento a servizio dei desideri degli adulti contro il benessere dei figli, utilizzato per rivendicare un diritto al figlio senza alcun diritto del figlio, ispirato da una ideologia che vuole eliminare l'uomo difettoso; mentre l'ultimo spazio di libertà dei sanitari di fronte all'imperativo categorico che vieta di uccidere, l'obiezione di coscienza, viene sempre più esplicitamente aggredito con ogni mezzo.

Le forze politiche non possono evitare di manifestare esplicitamente la loro posizione su questi temi, che sono fondamentali per la politica e la società; e gli elettori non possono prescindere, nella loro scelta, dalla conoscenza dei valori fondanti che ispirano i candidati, i partiti e le coalizioni.

Il Comitato Verità e Vita, quindi, avanza cinque richieste concernenti la futura azione parlamentare – sia a livello di legislazione ordinaria che di riforme costituzionali - e chiede risposte urgenti ed esplicite a queste 5 domande:
1) intende impegnarsi per l'abolizione dell'iniqua legge 194 del 1978 e l'affermazione del divieto, penalmente sanzionato, di aborto volontario, accompagnato da forme efficaci di aiuto alla maternità e alle famiglie?
2) intende impegnarsi per il divieto di ogni pratica di fecondazione extracorporea, con conseguente abolizione della legge 40 del 2004?
3) intende opporsi a ogni forma di introduzione, esplicita o surrettizia, di eutanasia, anche mediante strumenti quali il testamento biologico o le dichiarazioni anticipate di trattamento; e intende impegnarsi per  affermare il divieto di sospendere nei confronti dei malati e dei disabili ogni forma di sostegno vitale (alimentazione, idratazione, respirazione)?
4) intende difendere l'obiezione di coscienza riconosciuta dalla legge 194 e l'estensione esplicita del relativo diritto ad ogni forma di pillola potenzialmente abortiva e a tutte le categorie di sanitari, compresi i farmacisti?
5) intende tutelare la famiglia naturale contro qualsiasi omologazione giuridica e culturale ad altre forme di  convivenza; e intende tutelare il diritto di esprimere pubblicamente un giudizio morale di verità su comportamenti oggettivamente contro natura?

Il nostro Comitato aspetta risposte chiare e inequivocabili: siamo pronti a rendere pubbliche le adesioni pervenute e a collaborare con ogni parlamentare che intenda davvero difendere la vita e la libertà nella prossima legislatura.
Il Comitato Verità e Vita invierà questo Comunicato in forma cartacea a tutti i leader dei partiti e ai candidati alla Presidenza del Consiglio, e renderà noto se e quale risposta avrà ricevuto. 


Il Comitato Verità e Vita è una Associazione aconfessionale e apartitica.
Ha iniziato la sua attività il 28 FEBBRAIO 2004 - a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 SULLA FECONDAZIONE EXTRACORPOREA - 
con la presentazione del Manifesto-Appello “Una legge gravemente ingiusta: la verità sulla fecondazione artificiale ‘in vitro’ ”.
Pubblica nel gennaio 2010 il Manifesto-Appello “Contro la legge sul testamento biologico. Contro ogni eutanasia.
Sede legale: Via Gonzaga 63/67; 15033 Casale Monferrato (AL) 
Tel. 0142 454 662; Fax. 0142 690 234
C.F. 91025100065 Conto Corrente Postale 67571448; IBAN IT68R0760110400000067571448
In caso non voglia più ricevere questa email si prega di rispondere con oggetto 'CANCELLA'.




sabato 16 febbraio 2013

"Nel mondo c'è posto per tutti" di Benedetta Consonni - La Bussola Quotidiana - La chiesa di San Giuseppe al Policlinico di Milano

Grotta di Lourdes del Policlinico di Milano

Riceviamo da Comitato Verità e Vita e pubblichiamo volentieri condividendo pienamente:


LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
«Nel mondo c'è posto per tutti»
di Benedetta Consonni
27-01-2013


    
Leandro Aletti, ginecologo che ha lavorato soprattutto in Mangiagalli a Milano, è noto alle cronache per le battaglie contro l’aborto e per le denuncie fatte e ricevute nel corso del suo impegno. Durante l’intervista il rischio di aver in mente un articolo “già fatto” in cui far rientrare le parole dell’intervistato è fortissimo: farsi raccontare tutti i fatti, le ingiustizie e spiegare tutte le sue motivazioni. Ma per fortuna la verità è più forte di tutti i pezzi già scritti in testa e Leandro Aletti racconta solo alcuni fatti che hanno segnato la sua storia, per il resto “lascia la scena” a Cristo, vero fondamento. 

“Il 28 dicembre 1936 il Cardinal Schuster consacrò l’altare della Chiesa di San Giuseppe in Policlinico ai Santissimi Innocenti – racconta Aletti – Sempre il 28 dicembre, ma del 1988, dalle pagine del quotidiano Avvenire, io e il collega Luigi Frigerio abbiamo denunciato la pratica di un aborto terapeutico al quinto mese di gravidanza all’interno della clinica Mangiagalli. La bambina aveva un’anomalia fetale, un cromosoma in più, che significa che rischiava di nascere sterile. La bambina era normalissima». Una denuncia a cui seguirono diverse tribolazioni per il medico Aletti, che però non si sofferma su questo, ma va dritto al punto. «Fino a quando avrò fiato non mi interessa giustificarmi perché chi mi giustifica è un Altro. Il punto è il fondamento da porre, cioè Gesù Cristo, se non avessi fatto questo, avrei passato il mio tempo a giustificarmi» dice il ginecologo, che ha potuto contare il genetista e servo di Dio Jérôme Lejeune tra i suoi difensori. 

Gli scappa solo un aneddoto. “Ad un processo mi è stata fatta questa domanda per inquadrare la mia personalità: lei in che cosa crede? Io ho risposto una cosa molto semplice: mettete a verbale il Credo della Chiesa Cattolica, che io dico tutte le domeniche, per intero per favore. Allora si alzò il presidente dicendo che la domanda non era pertinente, perciò agli atti del processo non figurò mai questa domanda. Fui assolto”. 

Leandro Aletti ha 8 figli e 8 nipoti, forse l’obiettivo ricercato da chi ama tanto la vita, eppure racconta Aletti: “Io non volevo niente. Semplicemente quando uno si sposa, si esprime con il corpo che ha e se tu dici a una donna che la ami, lo esprimi anche con il tuo corpo. Non c’è da censurare nulla. Oggi si fa la censura con la pillola contraccettiva. La mentalità è ormai questa, poi si può sbagliare anche 120.000 volte e non sta a me giudicarlo, però non posso non dire che la strada è un’altra”. Infatti Aletti è un ginecologo obiettore di coscienza. “La storia dell’obiezione di coscienza è molto semplice, – spiega – tutti gli uomini sono nati da una donna e tutti sono passati da un organo che si chiama utero, anche quelli nati con l’embryo transfer, ovvero la fertilizzazione artificiale. Nel Te Deum si canta: Non horruisti uterum virginis, che significa: non hai avuto orrore di passare attraverso l’utero di una donna. Questo ginecologicamente è interessantissimo, perché significa che attraverso Gesù, che è vero Dio e vero uomo, l’infinito è entrato nel ventre di una donna”. Una visione che lascia trasparire tutta la sacralità, dolcezza e mistero della maternità. Continua Aletti: “Se tu guardi bene tutti in faccia, a qualsiasi latitudine e longitudine, sai che tutti hanno una mamma. Di tutti questi uomini, nessuno ha chiesto il permesso di venire al mondo, me compreso. Soltanto Uno ha chiesto il permesso di venire al mondo e che cos’è successo? Che l’Angelo del Signore portò l’annuncio a Maria. E quella donna di 15 anni è stata messa in cima al Duomo di Milano e io lo dico ai miei figli e a tutti quelli che incontro che quella è la mia mamma. Questo lo dico abbassando il capo, perché non sono degno di guardare quella donna e mi debbo convertire”. 

La Madonna è un modello di accoglienza per tutte le mamme, anche per quelle per cui la gravidanza costituisce un momento di prova. «Il problema è che la diagnostica prenatale – spiega Aletti - tesa ad individuare embrioni malformati da sopprimere con aborto selettivo è razzismo, mentre al mondo c’è posto per tutti, sani e non sani. Tutti quelli che sono venuti al mondo hanno una mamma e quindi il punto qual è? L’accoglienza, di cui la Madonna è il paradigma». Maria, che con il suo sì ha detto sì alla vita. «Quando non accogli ti schieri con la morte e purtroppo una donna che non dice sì alla vita vivrà un tormento per tutta la vita. Le donne vanno aiutate e non lasciate sole». Continua Aletti: “In Italia con la legge 194 sono stati fatti 6 milioni di aborti: per avere questo dato basta prendere i dati della relazione annuale al Parlamento del Ministero della Salute e sommare tutti gli aborti da quando esiste la legge. Questi 6 milioni di persone che mancano hanno una notevole ripercussione economica: significa che in Italia manca una generazione e mezza e il mercato è fermo perché manca l’utenza. Madre Teresa di Calcutta, quando ritirò il premio Nobel per la pace disse: l’aborto creerà più danni della bomba atomica”. 

Due incontri speciali hanno segnato la vita di Aletti, con Arturo e con Leandro, due bimbi morti subito dopo la nascita, di cui il ginecologo ci racconta la storia per far sapere a tutti che esistono anche Arturo e Leandro. “Erano le due di notte – ricorda Aletti – ed è nato un bambino alla quindicesima settimana, che sai benissimo che muore, anzi è campato 10 minuti di orologio l’Arturo. Ho chiesto alla mamma: lo vogliamo battezzare? La mamma mi ha detto di si. Signora possiamo chiamarlo Arturo? Bene, io ho battezzato l’Arturo, non lo so perché proprio Arturo. Se avessi chiamato il cappellano sarebbe morto prima del suo arrivo. Un collega, che passava di lì, mi dileggia e mi dice: Aletti non buttare l’acqua su quel bambino, cosa fai? Io gli ho risposto: l’Arturo è campato 10 minuti, ha cercato di fare un vagito appena, ma l’ho battezzato perché riconosco che l’Arturo come me (e l’ho chiesto anche alla mamma naturalmente) è chiamato allo stesso destino mio”. 

Al secondo incontro speciale invece Aletti dà il suo nome, Leandro. “Leandro è nato al quinto mese ed è ricoverato in una struttura di cui io ero il direttore. Il medico che lo ha ricoverato giustamente ha scritto aborto inevitabile. La situazione purtroppo era così. Il medico ha fatto notare questo alla madre, che ha disconosciuto il figlio, cioè non lo ha voluto perché era un aborto. Non le interessava la sepoltura. Quindi questo bambino è completamente abbandonato. I medici non sapevano cosa fare e lo avevano messo in un bidoncino. Quando sono arrivato mi hanno fatto presente la situazione. Io mi sono fatto portare dell’acqua e ho detto: come potete vedere questo è un uomo. Leandro io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Leandro è campato un giorno. E’ stato messo in una piccola culletta, dove ogni tanto qualcuno andava a bagnargli le labbra. E’ morto la sera stessa”. 

Due storie apparentemente tristi, ma che sono storie di vita, anche se dura soltanto dieci minuti. “Siamo rimasti in tre gatti a dire queste cose, ma non importa, io sono felice. Non è questione di coraggio, io non ho nessun coraggio e non sono un eroe, lo scriva, anzi davanti a queste questioni è meglio mettersi in ginocchio e farci aiutare dalla Madonna” conclude Aletti. E così mi capita di terminare un’intervista coma mai avevo fatto prima. Aletti mi dice: preghiamo. Fa il segno della croce e diciamo insieme un’Ave Maria alla Madonna, nelle cui mani ricolme di grazie affido l’intervista che ho appena raccolto.
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Pubblichiamo alcune immagini del Policlinico di Milano, l'Ospedale dove Renato è stato amorevolmente assistito al Reparto di ematologia Granelli. In precedenza era stato ricoverato al Niguarda. Al Policlinico è spirato la sera del 15 aprile 2009 dopo i Vespri e dopo aver ricevuto, cosciente, il viatico da Don Norberto, il Cappellano del Policlinico. Il 16 aprile ricorre la Festa di Santa Bernadette a cui Renato era molto devoto.

Policlinico di Milano - Chiesa di San Giuseppe

Policlinico di Milano



Grotta di Lourdes - Policlinico di Milano


Grotta del Policlinico di Milano - Santa Bernadette

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Aggiungiamo:

giovedì 7 febbraio 2013

9 - 10 febbraio 2013 - Gli incontri di Byblos al Parco Esposizioni di Novegro - Mostra mercato del libro antico e del Novecento, della stampa d'epoca e della cartofilia



Gli incontri di Byblos
Mostra mercato del libro antico e del Novecento,
della stampa d’epoca e della cartofilia

9 - 10 febbraio 2013
Parco Esposizioni Novegro
Milano / Linate Aeroporto



Programma

Sabato 9 e domenica 10 febbraio


Poesia ed economia: la bellezza salverà il mondo?


In un mondo sempre più dominato dall’economia, qual è il ruolo della cultura?
In un passato neppure troppo lontano, il retaggio della cultura umanista traspariva dalle scelte civiche, urbanistiche e persino paesaggistiche di una nazione, la nostra, che immeritatamente ospita ancora la gran parte del patrimonio artistico mondiale.
Questa eredità rappresenta la nostra ricchezza più preziosa perché custodisce e allo stesso tempo costituisce le radici profonde della nostra identità, ormai minacciata dall’incuria, dall’indifferenza e soprattutto dall’ignoranza.
Tra le cause di questa drammatica situazione, oltre allo smarrimento del senso di appartenenza e alla negazione dell’idea stessa di identità c’è una concezione del mondo che mette al primo posto il profitto, idolo a cui siamo chiamati a sacrificare tutto il resto.
C’è ancora spazio per la poesia, l’arte e la letteratura in una società governata dai tecnici, più interessati a sacrificare la vita sull’arido altare dei numeri piuttosto che tutelare e promuovere la bellezza?


Sabato 9 febbraio, h 15.30:
Cultura, intellettuali e politica


Con la partecipazione di:
Renato Besana, giornalista
Laura Bosio, scrittrice
Gianfranco de Turris, giornalista
Giorgio Galli, politologo
Bruno Nacci, scrittore

Conduce Luca Gallesi


Domenica 10 febbraio, h 9.30:
Cultura, scuola, carcere e mondo del lavoro


Con la partecipazione di:
Giuseppe Polistena, preside Liceo Linguistico Manzoni Francesco Ghelardini, ex-detenuto S. Vittore
Andrea Scarabelli, direttore rivista universitaria “Antares”
Gabriele Zolfo, delegato USB Rsu Comune di Milano

Conduce Luca Gallesi

Domenica 10 febbraio, h 15.00

Presentazione del libro
“Le regole d’oro del buon governo”
(dal pensiero di Luigi Einaudi)

Edizioni Virgilio

A cura dell’autrice Mirella Bersani
Conducono:
    Gabriele Pagliuzzi                                    Aessandro Ciuti
                Presidente Parco Esposizioni Novegro       Presidente "Tea Party" Lombardia
Link: Byblos - Parco Esposizioni Novegro

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Gianfranco de Turris

"Le regole d'oro del buon governo"
(dal pensiero di Luigi Einaudi)

di Mirella Bersani
"Esiste invero un solo criterio
per giudicare se una affermazione
o un principio o una notizia sia vera o falsa:
la libertà di contraddirla"
Luigi Einaudi
Le radici di questo modo di essere politica sono in questo libro. Luigi Einaudi, qui, è nella sua luce meno consueta per chi ha visto in lui soprattutto il grande statista. Ha una concezione ben radicata dei valori della politica, ma anche dei valori di una vita familiare ben radicata in quelli della terra coltivata con le proprie mani, e questo soprattutto è quel che viene testimoniato dalle memorie raccolte nel libro. Ma attenti a leggerlo bene, come merita. Alla fine si scopre che il Luigi Einaudi buon padre di famiglia e il Luigi Einaudi buon padre di questa nostra Italia sono, a conti fatti, un'unica persona.
Pagine: 168
Formato: 15 x 21
Legatura: brossura
Prezzo: Euro 22


martedì 5 febbraio 2013

LA MODERNA OSSESSIONE PER IL SESSO DIMOSTRA CHE L’ANIMA ESISTE di Antonio Socci

Abbiamo ricevuto dal Blog di Antonio Socci il seguente articolo che riproponiamo volentieri ai nostri amici e a chiunque ci segua.
Posted: 03 Feb 2013 01:49 AM PST
Dopo “Cinquanta sfumature di grigio”, l’industria editoriale sforna i prodotti letterari che sulle ali dell’eros ambiscono a volare fino alla vetta della classifica dei best-seller. Ultimo della serie “La sposa nuda” di Nikki Gemmell.
Il sesso parlato, immaginato, guardato, venduto, comprato, praticato, modulato in mille varianti – diventato ossessione di massa e, con la rete, prodotto di vasto consumo – sembra sia l’unica rivoluzione vera scaturita dal ’68 “desiderante”.

DEREGULATION

Antonio Scurati – in un recente articolo sulla “Stampa” – lo nega. A suo giudizio “l’unica vera rivoluzione” del dopoguerra “è stata quella liberista degli Anni 80”. Che definisce “una rivoluzione di destra”.
Ma in realtà tutte vanno sotto l’insegna della totale deregolamentazione: della finanza e della scienza, della vita e dei commerci, come dei rapporti sessuali, affettivi e addirittura delle identità sessuali.
Tale deregolamentazione si sottrae beffardamente alle categorie “destra” e “sinistra”, come la grande bolla finanziaria si sottrae ai confini degli stati, ai partiti, ai governi. E li domina.
Pertanto la marxistissima generazione del ’68 ha dato un decisivo contributo alla più capitalistica e borghese delle rivoluzioni, erigendo il desiderio a pretesa assoluta e così spianando la strada a un’industria della sessualità e del suo immaginario che rende merce i rapporti affettivi e pure i corpi.
E’ la felicità promessa? A leggere oggi i commenti (e già quelli di ieri, Pasolini, Foucault) pare semmai infelicità. La famosa e celebrata liberazione sessuale del Novecento si è risolta in realtà in una nuova alienazione, in una servitù volontaria di massa e in una pratica di controllo dei corpi e delle menti fra le più pervasive.

LA DISFATTA

Anche Scurati, a cui non manca l’acutezza dello sguardo, osserva: “di tutte le rivoluzioni mancate – o fallite – dalla sinistra sedicente rivoluzionaria, la rivoluzione sessuale è stata la più fallimentare. Sul terreno ha lasciato quasi solo rovine”, in particolare “la mastodontica mole sociale della frustrazione sessuale” che “è vasta come un’intera città ipogea…”.
Un nuovo saggio di Zygmunt Bauman, “Gli usi postmoderni del sesso” (Il Mulino) cerca di tirare le somme anche teoriche di un “discorso sul sesso” che ha accompagnato, giustificato e orientato questa rivoluzione postmoderna.
E le parole filosofiche di questa rivoluzione (un po’ come i prodotti derivati, nel mercato finanziario) sono innumerevoli, tanti i pensatori, da Lyotard a Sartre, a Bataille, dall’ “erotismo aristocratico e noiosissimo di Sade al Marcuse di ‘Eros e civiltà’ ”, che, secondo un pungente Maurizio Ferraris, avrebbe fornito la teorizzazione di ciò che un suo antico maestro “si era limitato a praticare con le studentesse”.
Così pure il discorso filosofico sul sesso rischia di finire nel salotto impertinente del pettegolezzo, dove già naviga la sua versione popolare.
Dunque tiriamo le somme di questa rivoluzione sessuale. Curiosamente la letteratura che riflette sul fenomeno, celebra la distruzione nell’ignominia della vecchia morale sessuale giudaico-cristiana, considerata repressiva, sessuofoba e arretrata.
Ma al tempo stesso lamenta che così si è prodotta una devastazione dell’umano, definitivamente mercificato fra i prodotti di rapido consumo.
Quasi coatto. Com’è peraltro il comandamento della “forma fisica”, requisito dovuto per “stare sul mercato” dei corpi. Culto estetico alla cui bisogna provvede un’ulteriore colossale industria.
Con intelligenza (e amarezza) Scurati scrive: “ci siamo spinti troppo oltre. Abbiamo eretto ovunque templi votivi alle divinità acefale del sesso… In società non si parla d’altro… L’aspettativa è enorme, il culto fervente, la pratica ovunque. Dalla copula tra i corpi degli amanti ci attendiamo rivelazioni sconvolgenti, dalla compenetrazione tra gli organi sessuali ci attendiamo l’illuminazione riguardo al senso delle nostre vite. C’è bisogno di aggiungere che rimarremo delusi?”.

RIVELAZIONI

Ma se invece questo groviglio di carni ci folgorasse proprio con una rivelazione su di noi?
Se addirittura, queste povere membra esauste di consumo reciproco, ci parlassero delle anime che dentro i corpi straripano alla ricerca di Dio, sbattendo in ogni modo le carni per il desiderio di qualcosa che esse non possono dare, cioè colui che Dante chiamava “il Sommo Piacere”?
C’è una “cultura del piagnisteo” che dopo aver giustificato la rivoluzione sessuale, ne lamenta gli esiti. E anche nei suoi rappresentanti più lucidi come Bauman sembra non vederne la teologia.
Io che professo tutti gli insegnamenti morali della Chiesa cattolica, che li ritengo anzi liberanti e pieni di sapienza, e che sento come una violenza psicologica e spirituale, soprattutto per i più giovani, questa sessuomania dilagante, questa aggressione pornografica onnipresente, voglio dire che anche la cosiddetta rivoluzione sessuale ci parla dell’inestirpabile desiderio di Dio. E della sua mancanza. Del doloroso vuoto di Lui che ci risucchia nel suo gorgo, anche attraverso la carne.

CARNE MISTICA

Lo mostra luminosamente Fabrice Hadjadj, un giovane filosofo francese, ebreo d’origine, un intellettuale che fu ateo anarchico e che ha abbracciato il cattolicesimo: ha scritto in proposito pagine rivelatrici, in “Mistica della carne. La profondità dei sessi” (Medusa).
E’ uno sguardo cattolico il solo capace di dare una lettura più profonda (e misericordiosa) del pover’uomo postmoderno “malato” di sesso.
Mi è capitato di scrivere, in un mio libro recente, che il moralista che c’è in tutti è portato a qualificare come “bestiali” le moderne ossessioni sessuali. Del resto nel linguaggio comune è alle metafore animali che si ricorre (il porco, il maiale…). Eppure è vero il contrario.
Solo gli esseri umani hanno l’ossessione del sesso. Gli animali no. Perché tale ossessione non viene dalla natura biologica, ma dalla mente. Non è un desiderio dei corpi, ma delle anime.
E’ l’anima che ha un desiderio infinito e straripa dentro un corpo limitatissimo e incapace di soddisfarla.
Questa pornomania di massa è la prova dell’esistenza dell’anima. Non sono i desideri della carne che esplodono nell’ossessione sessuale planetaria, ma il desiderio dell’anima a cui il corpo non riesce a star dietro, anche se l’immaginazione s’inventa mille varianti e mille avventure (che inevitabilmente risultano presto noiose e ripetitive).
I desideri dei corpi, per loro natura, sono sempre limitati ed effimeri, come insegna l’osservazione degli animali. Sono istinti che, appena soddisfatti, finiscono. Il sesso moderno invece è sempre inappagato.
Perché abbiamo dimenticato di essere fatti per l’estasi e non c’è cosa in terra che soddisfi questo desiderio. I padri della Chiesa la chiamano “divinizzazione”, Dante scrive che siamo nati “per indiarsi”.
Così mancando l’estasi ci ubriachiamo con il suo surrogato, l’ebbrezza. Della carne, ma anche di altro (potere, alcol o magari cocaina).
Tutte cose che creano dipendenza (e quindi possono produrre grandi affari). In fondo aveva già detto tutto Baudelaire. Il quale ebbe potente la nostalgia dell’estasi, della “visio Dei”. E non solo lui.

ON THE ROAD

Quando chiesero a Jack Kerouac cosa stava cercando la “beat generation”, egli rispose: “Dio. Voglio che Dio mi mostri il suo volto”. In un appunto del 1949 scriveva: “la vita non è abbastanza, qui sulla terra non c’è abbastanza da desiderare”.
Un giorno tornò nella chiesa della sua infanzia, a Lowell, e commosso, in quella bellezza, “ebbi la visione di che cosa avevo voluto dire veramente con la parola ‘Beat’… significava beato…”.
Questo simbolo della rivolta generazionale del dopoguerra esprimeva così “il desiderio di andarsene, fuori da questo mondo… ‘in alto’, in estasi, salvi, come se le visioni dei santi claustrali di Chartres e Clairvaux tornassero…”.
Per questo nell’ultima intervista al New York Times fu lapidario: “I’m not a beatnik. I’m a Catholic”.

Antonio Socci
Da “Libero”, 3 febbraio 2013
Vedi facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”

Aggiungiamo alcune immagini inerenti all'articolo di Antonio Socci

Mistica della carne. La profondità del sesso di Fabrice Hadjadi - Edizioni Medusa