lunedì 22 settembre 2014

Mario Palmaro (1968-2014) - Una vita dedicata ai valori non negoziabili

Riceviamo da Comitato Verità e Vita e condividiamo ricordando  Mario Palmaro  


Mario Palmaro (1968-2014)
Una vita dedicata ai valori non negoziabili

Vice presidente del Comitato Verità e Vita

Mario Palmaro è morto la sera del 9 marzo, nella sua casa di Monza, circondato dai suoi cari e da amici in preghiera. Si è spento sulle note del canto della Salve Regina. La morte del giusto, una morte davvero vissuta, in questi tempi di morti ospedalizzate, anestetizzate, che sottraggono al morente la coscienza, tutta umana, del saper di morire. Mario è morto come è vissuto, nella consapevolezza e nella volontà di compiere fino in fondo la volontà del Padre cui si è completamente consegnato, chiedendo preghiere perchè ciò gli fosse possibile. “Purtroppo poche ore fa ho avuto brutte notizie sulla malattia: il tumore è arrivato alle ossa. Preghiamo perché io abbia la forza di affrontare tutto quello che mi aspetta.“ mi scriveva il 24 di ottobre, quando era ormai evidente che, a viste umane, una tale diagnosi non lasciava scampo, e la sera stessa onorava un impegno preso precedentemente per un convegno sull’ideologia del gender alla Sala degli Affreschi della sede della Provincia di Milano, per una di quelle sue splendide relazioni dall’eloquio brillante, venato talvolta di mite ironia, chiare, affilate, rigorose nella verità.
Mario era così. Faceva quello che doveva fare, momento per momento, e lo faceva bene, come l’ultima cosa da fare prima di presentarsi al tribunale di Dio.

Sentii parlare per la prima volta di Mario Palmaro nello studio di Francesco Migliori, storico presidente del Movimento per la Vita italiano, avvocato a Milano, dove, assieme ad alcuni amici, si stava discutendo del Progetto Gemma e della Fondazione Vita Nova che lo gestiva e di cui Migliori era allora presidente. Era la primavera del 1996 e Migliori ci mostrò la prefazione che il grande Eugenio Corti aveva scritto per la tesi di laurea del giovanissimo presidente del Movimento per la vita di Cesano Maderno, che stava per essere pubblicata per le edizioni San Paolo con il titolo “Ma questo è un uomo”. Un indagine a tutto campo sull’aborto volontario. In quel libro c’era già tutto Mario, con la sua lucidità cristallina, il suo rigore, la sua capacità di cogliere nello snodo delle questioni, concatenazioni di cause ed effetti, anche le meno evidenti, la sua ansia di centrare la verità e di definirla senza possibilità di equivoci o cedimenti.
Ritroveremo tutto questo, assieme a un amore filiale per la Chiesa e la sua millenaria tradizione, nella numerosa produzione di saggi, articoli, libri che Mario, in parte da solo, in parte a quattro mani con l’amico Gnocchi, ci ha lasciato. Scritti con la passione per la verità, che si leggono con la gioia che si prova quando accade di leggere parole che danno voce ad un sentire profondo, magari non ancora espresso o definito. La stessa passione per la verità che ha animato anche tutta la sua attività accademica di filosofo del diritto e di bioeticista, prima assistente a Milano e poi docente a Roma.

Nella primavera del 1997 Mario Palmaro entrò a far parte del consiglio direttivo del Movimento per la vita italiano e nell’estate dello stesso anno era a Verbania, dove si teneva l’annuale seminario giovanile, figura di spicco, già leader, tra un nutrito gruppo di giovani entusiasti, impegnati, preparati, che avevano abbracciato in toto la causa della vita e a questa dedicavano fra studio e lavoro, il loro tempo. Fra di loro anche Annamaria che Mario avrebbe sposato l’anno successivo, nel giorno della festa dei Santi Arcangeli. Si allontanarono quasi tutti, Mario Palmaro in testa, dal MpV negli anni a venire, pur mantenendo intatto l’impegno per la vita nascente, quando fu chiaro, durante il lungo e travagliato iter che portò all’approvazione della legge 40/2004 sulla fecondazione artificiale, che il MpV sacrificava il suo compito di difensore della vita e della dignità dell’uomo e la sua stessa identità, sull’altare del male minore, e che il pateracchio di bassa politica era assunto da allora a modus operandi. Furono anni di duro confronto in seno al MpV, tra una minoranza ferma sul non possumus, e una presidenza che, duole dirlo, con l’appoggio della CEI, proponeva la legalizzazione della fecondazione artificiale purchè omologa. Non è il luogo questo per soffermarci sugli esiti disastrosi, a dieci anni di distanza, di questa dissennata politica. Scattarono allora per i dissidenti del MpV, ostracismo, censure, demonizzazioni che colpirono in modo particolare Mario Palmaro che, nella sua veste di bioeticista e filosofo del diritto ormai riconosciuto a livello nazionale, e, come tale, spesso ospite di prestigiose testate, vide chiudersi le porte di alcune di esse, soprattutto di Avvenire, intento a presentare il mondo cattolico in marcia compatto e festante verso il sì alla fivet purchè omologa.

Il Comitato Verità e Vita, di cui Mario Palmaro fu tra i fondatori, nacque subito dopo l’approvazione della legge 40, come luogo dal quale dire la verità sulla produzione dell’uomo, senza divieti e senza censure.

In questi dieci anni vissuti appassionatamente - come li ha definiti Mario nell’agenda per il 2014, quasi un testamento, che ci ha consegnato l’11 di gennaio scorso, nell’ultimo direttivo cui ha partecipato, già molto sofferente, ma sereno come sempre - Verità e Vita, sotto la sua presidenza, ha compiuto quasi un miracolo. Pur nella povertà dei mezzi e delle risorse economiche, ha suscitato uno straordinario consenso diventando punto di riferimento sicuro, sui temi della difesa della vita umana, per tanta gente disorientata e sconcertata da iniziative o posizioni poco ortodosse e fuorvianti assunte da chi, per ruolo, stato, ministero, avrebbe dovuto porsi diversamente e dire la verità delle cose. Le occasioni non sono mancate, basti ricordare il referendum sulla legge 40 a proposito del quale Verità e Vita si schierò per l’astensione, al fine di evitare il raggiungimento del quorum, affinchè non fosse peggiorata questa legge già gravemente ingiusta, non già per difenderla. E poi la vicenda Englaro, e quella sul disegno di legge Calabrò che avrebbe  introdotto le DAT, fortemente volute dal mondo cattolico e sponsorizzate dal solito Avvenire, e tutti i pronunciamenti sulla verità della legge 194, a dispetto di quanti si ostinano a magnificarne le parti buone.

La vicenda di Mario Palmaro che ha speso la sua vita a difesa della verità, senza timori e senza esitazioni, quasi nel presagio di aver a disposizione un tempo breve per farlo, si carica di senso alla luce della cristiana Speranza. Le preghiere dei tanti che lo hanno amato non l’hanno strappato alla morte, ma possiamo affermare fin d’ora, pur nel dolore del distacco, che, assieme al suo fiducioso ed eroico abbandono al Padre, saranno causa di un’abbondante messe di Grazia.

Vale per Mario quanto il libro della Sapienza afferma della morte prematura del giusto :“Giunto in breve alla perfezione, ha conseguito la pienezza di tutta una vita” (4,13).

Da Famiglia Domani, n. 3 del 2014

Il Comitato Verità e Vita è una Associazione aconfessionale e apartitica. Inizia la sua attività il 28 febbraio 2004 - a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 Sulla fecondazione extracorporea -  presenta il Manifesto-Appello “Una legge gravemente ingiusta: la verità sulla fecondazione artificiale ‘in vitro’ ”. Pubblica nel gennaio 2010 il Manifesto Appello “Contro la legge sul testamento biologico. Contro ogni eutanasia.” 
Sede legale: Mura di Porta Massimo D'Azeglio, 4; 40136 Bologna (BO)

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TITOLO: Ma questo è un uomo. Indagine storica, politica, etica, giuridica sul concepito.

AUTORE: Mario Palmaro

EDITORE: San Paolo Edizioni (collana Problemi e dibattiti)