lunedì 29 aprile 2013

Chiesa, ecumenismo e politica - di Benedetto XVI (Josef Ratzinger)


  • Titolo: Chiesa, ecumenismo e politica.Nuovi saggi di ecclesiologia (Saggi Teologici)
  • Autore: Papa Benedetto XVI (Josef Ratzinger)
  • Editore: San Paolo Edizioni
  • Data: 1987

     In data 27 aprile 2013, Antonio Socci ha pubblicato su "Libero" un articolo in cui si cita ampiamente questo testo bello, interessante e attualissimo del Papa Emerito Benedetto XVI.
     Riportiamo di seguito l'articolo di Antonio Socci, che, come al solito, dimostra di avere le idee molto chiare anche sulla attuale situazione politica italiana:
      
APOLOGIA RATZINGERIANA DEL COMPROMESSO
C’è un documento “rivoluzionario” che vale la pena rileggere oggi perché illumina l’attualità politica. Dovrebbero meditarlo tanto i sostenitori del nascente governo Letta, quanto i suoi rabbiosi oppositori.
E’ un formidabile elogio filosofico e teologico del compromesso come moralità della politica. Ed è una bocciatura senza appello di massimalismi, utopismi, fondamentalismi, ideologie e giacobinismi di tutte le epoche e le latitudini (che possono essere atei o religiosi, di sinistra come di destra).
Questo discorso – particolarmente prezioso in giorni nei quali si confonde, deprecandolo, il compromesso con l’inciucio – porta la firma dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Fu pronunciato il 26 novembre 1981, durante una messa per i deputati cattolici del parlamento tedesco nella chiesa di San Winfried a Bonn.
Il testo è stato poi inserito nel libro “Chiesa, ecumenismo e politica” (edizioni paoline) col titolo “Aspetti biblici del tema fede e politica”.
Ratzinger iniziava spiegando che “lo stato non è la totalità dell’esistenza umana e non abbraccia tutta la speranza umana… questo alleggerisce il peso all’uomo politico e gli apre la strada a una politica razionale”.
Una simile affermazione – che è tipicamente cristiana perché in epoca precristiana il potere tendeva a divinizzarsi, a porsi come assoluto – è la base della vera laicità. Perché afferma che non ci si deve aspettare la felicità e il Bene Assoluto dalla politica.
“La fede cristiana” aggiungeva il cardinale “ha distrutto il mito dello stato divino, il mito dello stato-paradiso e della società senza dominio o potere. Al suo posto ha invece collocato il realismo della ragione”.
Così la politica è chiamata al buon governo delle cose umane, secondo criteri di realismo, gradualismo e razionalità, nella direzione della libertà e della dignità umana.
Con la consapevole accettazione dell’imperfezione che caratterizza ogni realizzazione terrena.
Invece il desiderio di felicità o di Bene Assoluto che riempie il cuore umano è un desiderio infinito che la politica deve servire, ma che non può appagare.
Si deve cercare altrove.
Ogni volta che la politica è stata investita da un’attesa messianica di palingenesi, di purificazione, di redenzione, di liberazione, ha partorito ideologie e sistemi totalitari che – dopo aver promesso il paradiso in terra – hanno costruito inferni.
Infatti Ratzinger osservava – in quel discorso – che “quando la fede cristiana, la fede in una speranza superiore all’uomo, decade, insorge il mito dello stato divino, perché l’uomo non può rinunciare alla totalità della speranza”.
Essendo stato il cristianesimo a portare la laicizzazione dello Stato e della politica, poi, con la scristianizzazione, sono rispuntate le ideologie e i totalitarismi.
E tramontate le ideologie sistematiche e totalitarie del Novecento, un’analoga tentazione – di messianismo politico – continua a permanere oggi nei fondamentalismi, negli utopismi moralisti e giacobini, nei fanatismi manichei che vedono in una parte politica il Bene assoluto e nella parte avversa il Male assoluto.
Ratzinger ha un giudizio netto: “una simile politica, che fa del Regno di Dio un prodotto della politica… è per sua natura politica della schiavitù; è politica mitologica”.
E qui il cardinale sottolinea l’importanza della presenza dei cristiani per proteggere la laicità dello stato dai fanatismi, dai messianismi politici.
Dice: “la fede oppone a questa politica lo sguardo e la misura della ragione cristiana… il rifiuto della speranza che è nella fede è, al tempo stesso, un rifiuto al senso di misura della ragione politica. La rinuncia alle speranze mitiche propria della società non tirannica non è rassegnazione, ma lealtà che mantiene l’uomo nella speranza”.
A questo punto Ratzinger introduce un tema che illumina l’attualità. Oggi infatti in Italia sono sostanzialmente tre politici cattolici, cioè Enrico Letta, Angelino Alfano e Mario Mauro a condurre in porto questa svolta che – se ha successo – può farci uscire dalla guerra civile permanente e portare a una pacificazione storica, a una stagione di ragionevolezza, realismo, bene comune e prosperità.
E anche a un salutare rinnovamento generazionale.
Sono tre giovani politici dai percorsi diversi, ma accomunati dalla fede cattolica e politicamente da un’originaria ispirazione degasperiana .
Anche nel dopoguerra del resto fu la classe politica cattolica, guidata da De Gasperi, a portarci fuori dall’incubo delle ideologie totalitarie e dei loro miti che avevano provocato rovine.
Perché tanto ieri che oggi proprio dei politici cattolici hanno questa funzione storica?
Ratzinger spiega: “Il primo servizio che la fede fa alla politica è la liberazione dell’uomo dall’irrazionalità dei miti politici che sono il vero rischio del nostro tempo”.
Ed ecco la splendida apologia ratzingeriana della razionalità e del compromesso:
“Essere sobri ed attuare ciò che è possibile, e non reclamare con il cuore in fiamme l’impossibile, è sempre stato difficile; la voce della ragione non è mai così forte come il grido irrazionale. Il grido che reclama le grandi cose ha la vibrazione del moralismo; limitarsi al possibile sembra invece una rinuncia alla passione morale, sembra il pragmatismo dei meschini. Ma la verità è che la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità dell’uomo e delle sue possibilità”.
Ratzinger conclude:
“Non è morale il moralismo dell’avventura, che intende realizzare da sé le cose di Dio. Lo è invece la lealtà che accetta le misure dell’uomo e compie, entro queste misure, l’opera dell’uomo. Non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell’attività politica”.
Sono considerazioni autorevoli da prendere come bussola. Oggi che, ancora una volta nella storia di questo Paese, proprio dei politici cattolici stanno provando a “smilitarizzare” la politica, a sminarla dai fondamentalismi, a laicizzarla, a mostrare che il compromesso (se non viene svilito) ha una profonda moralità.
Come nel dopoguerra, si trovano a fianco i riformisti, i liberali e i socialisti. Tutti deprecati dai massimalisti.
E’ il caso di portare a compimento questa svolta con un certo orgoglio, non “alla vergognosa”, se conveniamo – con Ratzinger – che è davvero morale il realismo della razionalità e del compromesso, non l’utopismo, né il giacobinismo, né il massimalismo, né l’integralismo.
Dietro alle tentazioni ideologiche che, nelle diverse forme, hanno bisogno del Nemico e pretendono di mettere sulla scena della politica lo scontro fra il Bene Assoluto e il Male assoluto, sta sempre una forma di gnosticismo, come ha spiegato un grande filosofo, Erich Voegelin, autore del “Mito del mondo nuovo”.
Il cristianesimo ci libera da questo pericolo sempre incombente. Ma – ovviamente – “ciò non significa” conclude Ratzinger “che la fede abbia portato un realismo libero da valori, il realismo della statistica e della pura fisica sociale. Al vero realismo dell’uomo appartiene l’umanesimo e all’umanesimo appartiene Dio”.
Un nuovo umanesimo e un nuovo rinascimento potrebbero essere l’orizzonte e l’ambizione di questa pacificazione nazionale. Se non fallisce e non viene sabotata.
Se non diventa un compromesso al ribasso. Se i protagonisti saranno capaci di far fronte alla grandezza della responsabilità.

Antonio Socci



mercoledì 17 aprile 2013

C'era una volta... l'economia. Oro e lavoro nelle favole dal mago di Oz a Mary Poppins, di Luca Gallesi - Edizioni Bietti - Milano 19 aprile, ore 18,30 - Spazio Tadini, Via Nicolò Jommelli, 24, Milano



Aperitivo letterario 

Venerdì 19 aprile h. 18.30
Spazio Tadini, Via Niccolò Jommelli 24 Milano

ControEconomie
Poeti, filosofi e artisti contro la crisi
L'economia interpretata da arte, poesia e cinema

Nell'occasione, verranno presentati:
Luca Gallesi, C'era una volta... l'economia. Oro e lavoro nelle favole dal mago di Oz a Mary Poppins, Bietti, Milano 2012
Ezra Pound, Carta da Visita, a cura di Luca Gallesi, Bietti, Milano 2012
"Antarès - prospettive antimoderne", N. 4/2013, L'altra faccia della moneta 

Saranno presenti:
La redazione di Antarès
Luca Gallesi, autore e curatore dei volumi
Claudio Bartolini, "Film Tv"

Ingresso gratuito












lunedì 15 aprile 2013

Milano, lunedì 15 aprile 2013 - 4° anniversario della nascita al Cielo di Renato (15 aprile 2009 -15 aprile 2013)


Ricordiamo  Renato  nel giorno del 4° anniversario della sua nascita al Cielo con le  letture di oggi 15 aprile 2013,  tratte da "Sulla tua Parola"", Messalino, Anno 2013 aprile, Editrice Shalom, pag. 520:

ANTIFONA D'INGRESSO - E' risorto il buon Pastore, che ha dato la vita per le sue pecorelle, e per il suo gregge è andato incontro alla morte. Alleluia.

COLLETTA - O Dio, che manifesti agli erranti la luce della tua verità, perchè possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme.

PRIMA LETTURA -
At 6,8-15
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenèi, degli Alessandrini e di quelli della Cilicia e dell'Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora istigarono alcuni perchè dicessero: " Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio." E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni che dissero: "Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato". E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.

SALMO RESPONSORIALE

R. Beato chi cammina nella legge del Signore.

Anche se i potenti siedono e mi calunniano,
il tuo servo medita i tuoi decreti.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.

Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.

Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi.

CANTO AL VANGELO
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio
Alleluia.

VANGELO
Gv 6,22-29
Dal Vangelo secondo Giovanni
Il giorno dopo, la folla rimasta dall'altra parte del mare, vide che c'era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberiade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono al di là del mare e gli dissero: "Rabbi, quando sei venuto qua?". Gesù rispose loro: " In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perchè avete visto dei segni, ma perchè avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perchè su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?". Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato".



COMMENTI

1^ Lettura - Nonostante le accuse e le testimonianze false, nessuno riesce a far perdere a Stefano la sua unione con Dio; tutti i presenti vedevano, infatti, sul suo volto i tratti angelici di chi è ormai pienamente in comunione con l'Altissimo. Quando si vive davvero in amorosa comunione con Dio, difficilmente le contrarietà e le sofferenze riescono a toccarci. Questo non perchè abbiamo raggiunto una specie di apatia - tanto impossibile quanto finta - quanto perchè siamo talmente abbandonati alla sua volontà che ci sentiamo protetti e assistiti da lui. Ora, se questo sembra facile quando tutto va bene, diventa più complicato quando la persecuzione e la sofferenza bussano alla nostra porta. In quel momento, è necessario chiedere l'aiuto di Dio.

Vangelo - Per godere della benevolenza di Dio non è necessario realizzare azioni straordinarie: anzi, la vera e unica opera che l'uomo deve compiere è accogliere la salvezza offerta da Dio, credendo nel Signore Gesù. Evidentemente l'assenso di fede non è soltanto qualcosa che riguarda la mente o l'intelligenza, ma è un atto che abbraccia tutta la nostra vita: le scelte, gli affetti, il comportamento e le relazioni. Quando si è riempiti della grazia e della presenza di Dio,  diventa facile anche ciò che a prima vista non sembra esserlo. Ma questo non significa che si è immuni dal dolore e dalla sofferenza o che si vede esaudito ogni desiderio. Dio non ti chiede cose difficili, ma di credere nel Figlio suo. Credere significa affidarsi senza bisogno di ulteriori garanzie se non lui stesso, la sua Parola, il suo Corpo donato. quando hai il coraggio di accettarlo nella tua vita, anche tu vedi miracoli.
Commenti:
Fr.  Roberto Fusco FFB
    


                                          Magnificat

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martedì 2 aprile 2013

Mercoledì dell'Ottava di Pasqua 2013 - Quarto anniversario della nascita al Cielo di Renato Bordonali

"Venite, benedetti del Padre mio, prendete possesso del regno preparato per voi sin dall'origine del mondo". Alleluia
(Mt 25,34)

Renato nella sua Libreria, L'Isola del Sole, a Milano
Il 12 aprile 2013, alle ore 18,30 nella Basilica Santuario di Sant'Antonio di Padova in Via Carlo Farini, 10 a Milano, sarà celebrata la Santa Messa in suffragio di Renato Bordonali nel quarto anniversario della sua nascita al Cielo, avvenuta il 15 aprile 2009.

Il 15 aprile 2009 era mercoledì dell'Ottava di Pasqua 2009.

Ricordiamo e preghiamo insieme per il nostro  Renato con il brano del Vangelo del Mercoledì dell'Ottava di Pasqua comunemente chiamato "Il Vangelo della Cena  di Emmaus"

Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Emmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?" Si fermarono, col volto triste; uno di loro di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò loro: "Che cosa?". Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù il Nazareno, che fu profeta potente in parole e in opere, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto". Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: "Resta con noi, perchè si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?" Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!" Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Lc 24,13-35





Commento al Vangelo
I due discepoli di Emmaus sono "stolti e lenti di cuore a credere" per un motivo molto semplice: non riescono ancora a capire che il destino di gloria di Gesù doveva necessariamente passare per la croce. Fino a quando valuteremo l'operato di Dio partendo dalle nostre convinzioni avremo sempre grosse difficoltà a riconoscerlo: la delusione, l'amarezza e la tristezza saranno come un velo depositato sui nostri occhi, che ci impedirà di riconoscerlo al nostro fianco. E se invece, una volta per tutte, iniziassimo a credere davvero nella sua potenza, che si manifesta anche in modi inaspettati o imprevisti? Allora, anche per noi avverrebbe il miracolo: i nostri occhi inizierebbero a vederlo veramente e ci renderemmo conto che lui, il Risorto, è sempre con noi e ci accompagna nella vita tutti i giorni. Allora anche le nostre vite sarebbero espressione di risurrezione.
Tratto da "Sulla tua parola"
Messalino
Letture della Messa commentate
per vivere la parola di Dio.
Anno 5 n° 26 - MarzoAprile 2013 - pag. 427
Editrice Shalom
A cura di  Fr. Roberto Fusco FFB



L'ultimo desiderio di Renato: Lourdes

NO EUTANASIA - STORIA DI UN UOMO QUALUNQUE, RENATO BORDONALI