Questo blog è dedicato con profondo affetto a Renato Bordonali, proprietario della libreria "L'Isola del Sole", editore di "Nuovi Orizzonti", dirigente della "Fiamma". Renato ci ha lasciati il 15 aprile 2009, chiamato alla Vita.
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lunedì 25 febbraio 2013
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giovedì 21 febbraio 2013
Elezioni 2013: le 5 domande che contano ai candidati - Comunicato Stampa di Comitato Verità e Vita
Riceviamo questo Comunicato, che condividiamo, dal Comitato Verità e Vita
Comunicato Stampa n. 139
ELEZIONI 2013: 5 DOMANDE AI CANDIDATI
L'Assemblea nazionale del Comitato Verità e Vita – svoltasi
sabato 26 gennaio a Bologna - ha ritenuto doverosa una presa di
posizione chiara e forte in vista delle prossime elezioni politiche.
Il Comitato Verità e Vita constata che la difesa dei diritti fondamentali
dell'uomo e dei principi non negoziabili è sostanzialmente scomparsa dai
programmi delle forze politiche: i pochi accenni che, controvoglia, vengono
fatti dai leader dei partiti sono generici e privi di
concretezza. Non pochi politici si dichiarano difensori dei principi
non negoziabili, ma esprimono posizioni di compromesso e di sostanziale
tradimento della verità.
Soprattutto, i partiti e i candidati non prendono nessun impegno
esplicito e preciso su questi argomenti nei confronti degli elettori.
Eppure sono temi urgenti, gravissimi ed attuali: il massacro
legalizzato dei bambini prima di nascere prosegue ogni anno ed assume sempre
più esplicitamente il carattere di eliminazione eugenetica di quelli che si
temono difettosi o malati; le spinte verso l'eutanasia, anche non consensuale,
degli anziani malati e dei disabili sono sempre più forti, anche se si
nascondono dietro tematiche specialistiche, come il consenso informato dei
pazienti e i protocolli medici; la fecondazione in vitro, legalizzata dalla
legge 40, determina la morte programmata di centinaia di migliaia di embrioni
e, con la caduta progressiva dei "paletti", si mostra nel suo vero
volto: strumento a servizio dei desideri degli adulti contro il benessere dei
figli, utilizzato per rivendicare un diritto al figlio senza alcun diritto del
figlio, ispirato da una ideologia che vuole eliminare l'uomo difettoso; mentre
l'ultimo spazio di libertà dei sanitari di fronte all'imperativo categorico che
vieta di uccidere, l'obiezione di coscienza, viene sempre più esplicitamente
aggredito con ogni mezzo.
Le forze politiche non possono evitare di manifestare
esplicitamente la loro posizione su questi temi, che sono fondamentali per la
politica e la società; e gli elettori non possono prescindere, nella loro
scelta, dalla conoscenza dei valori fondanti che ispirano i candidati, i
partiti e le coalizioni.
Il Comitato Verità e Vita, quindi, avanza cinque richieste
concernenti la futura azione parlamentare – sia a livello di legislazione
ordinaria che di riforme costituzionali - e chiede risposte urgenti ed
esplicite a queste 5 domande:
1)
intende impegnarsi per l'abolizione dell'iniqua legge 194 del 1978 e
l'affermazione del divieto, penalmente sanzionato, di aborto volontario,
accompagnato da forme efficaci di aiuto alla maternità e alle famiglie?
2)
intende impegnarsi per il divieto di ogni pratica di fecondazione
extracorporea, con conseguente abolizione della legge 40 del 2004?
3)
intende opporsi a ogni forma di introduzione, esplicita o surrettizia,
di eutanasia, anche mediante strumenti quali il testamento
biologico o le dichiarazioni anticipate di trattamento; e intende
impegnarsi per affermare il divieto di sospendere nei confronti dei
malati e dei disabili ogni forma di sostegno vitale (alimentazione,
idratazione, respirazione)?
4)
intende difendere l'obiezione di coscienza riconosciuta dalla
legge 194 e l'estensione esplicita del relativo diritto ad ogni forma di
pillola potenzialmente abortiva e a tutte le categorie di sanitari, compresi i
farmacisti?
5)
intende tutelare la famiglia naturale contro qualsiasi
omologazione giuridica e culturale ad altre forme di convivenza; e
intende tutelare il diritto di esprimere pubblicamente un giudizio
morale di verità su comportamenti oggettivamente contro natura?
Il nostro Comitato aspetta risposte chiare e inequivocabili:
siamo pronti a rendere pubbliche le adesioni pervenute e a collaborare con ogni
parlamentare che intenda davvero difendere la vita e la libertà nella prossima
legislatura.
Il Comitato Verità e Vita invierà questo Comunicato in forma
cartacea a tutti i leader dei partiti e ai candidati alla Presidenza del
Consiglio, e renderà noto se e quale risposta avrà ricevuto.
Il Comitato Verità e Vita è una
Associazione aconfessionale e apartitica.
Ha iniziato la sua attività il 28
FEBBRAIO 2004 - a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 SULLA
FECONDAZIONE EXTRACORPOREA -
con la presentazione del
Manifesto-Appello “Una
legge gravemente ingiusta: la verità sulla fecondazione artificiale ‘in vitro’ ”.
Pubblica nel gennaio 2010 il
Manifesto-Appello “Contro
la legge sul testamento biologico. Contro ogni eutanasia.”
Sede legale: Via Gonzaga
63/67; 15033 Casale Monferrato (AL)
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sabato 16 febbraio 2013
"Nel mondo c'è posto per tutti" di Benedetta Consonni - La Bussola Quotidiana - La chiesa di San Giuseppe al Policlinico di Milano
Grotta di Lourdes del Policlinico di Milano |
Riceviamo da Comitato Verità e Vita e pubblichiamo volentieri condividendo pienamente:
LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA
«Nel mondo c'è
posto per tutti»
di Benedetta
Consonni
27-01-2013
Leandro Aletti, ginecologo che ha lavorato soprattutto in Mangiagalli a Milano, è noto alle cronache per le battaglie contro l’aborto e per le denuncie fatte e ricevute nel corso del suo impegno. Durante l’intervista il rischio di aver in mente un articolo “già fatto” in cui far rientrare le parole dell’intervistato è fortissimo: farsi raccontare tutti i fatti, le ingiustizie e spiegare tutte le sue motivazioni. Ma per fortuna la verità è più forte di tutti i pezzi già scritti in testa e Leandro Aletti racconta solo alcuni fatti che hanno segnato la sua storia, per il resto “lascia la scena” a Cristo, vero fondamento.
“Il 28 dicembre 1936 il Cardinal Schuster consacrò l’altare della Chiesa di San Giuseppe in Policlinico ai
Santissimi Innocenti – racconta Aletti – Sempre il 28 dicembre, ma del 1988,
dalle pagine del quotidiano Avvenire, io e il collega Luigi Frigerio abbiamo
denunciato la pratica di un aborto terapeutico al quinto mese di gravidanza
all’interno della clinica Mangiagalli. La bambina aveva un’anomalia fetale, un
cromosoma in più, che significa che rischiava di nascere sterile. La bambina
era normalissima». Una denuncia a cui seguirono diverse tribolazioni per il medico
Aletti, che però non si sofferma su questo, ma va dritto al punto. «Fino a
quando avrò fiato non mi interessa giustificarmi perché chi mi giustifica è un
Altro. Il punto è il fondamento da porre, cioè Gesù Cristo, se non avessi fatto
questo, avrei passato il mio tempo a giustificarmi» dice il ginecologo, che ha
potuto contare il genetista e servo di Dio Jérôme Lejeune tra i suoi
difensori.
Gli scappa solo un aneddoto. “Ad
un processo mi è stata fatta questa domanda per inquadrare la mia personalità:
lei in che cosa crede? Io ho risposto una cosa molto semplice: mettete a
verbale il Credo della Chiesa Cattolica, che io dico tutte le domeniche, per
intero per favore. Allora si alzò il presidente dicendo che la domanda non era
pertinente, perciò agli atti del processo non figurò mai questa domanda. Fui
assolto”.
Leandro Aletti ha 8 figli e 8
nipoti, forse l’obiettivo ricercato da chi ama tanto la vita, eppure racconta
Aletti: “Io non volevo niente. Semplicemente quando uno si sposa, si esprime
con il corpo che ha e se tu dici a una donna che la ami, lo esprimi anche con
il tuo corpo. Non c’è da censurare nulla. Oggi si fa la censura con la pillola
contraccettiva. La mentalità è ormai questa, poi si può sbagliare anche 120.000
volte e non sta a me giudicarlo, però non posso non dire che la strada è
un’altra”. Infatti Aletti è un ginecologo obiettore di coscienza. “La storia
dell’obiezione di coscienza è molto semplice, – spiega – tutti gli uomini sono
nati da una donna e tutti sono passati da un organo che si chiama utero, anche
quelli nati con l’embryo transfer, ovvero la fertilizzazione artificiale. Nel
Te Deum si canta: Non horruisti uterum virginis, che significa: non hai avuto
orrore di passare attraverso l’utero di una donna. Questo ginecologicamente è interessantissimo,
perché significa che attraverso Gesù, che è vero Dio e vero uomo, l’infinito è
entrato nel ventre di una donna”. Una visione che lascia trasparire tutta la
sacralità, dolcezza e mistero della maternità. Continua Aletti: “Se tu guardi bene
tutti in faccia, a qualsiasi latitudine e longitudine, sai che tutti hanno una
mamma. Di tutti questi uomini, nessuno ha chiesto il permesso di venire al
mondo, me compreso. Soltanto Uno ha chiesto il permesso di venire al mondo e
che cos’è successo? Che l’Angelo del Signore portò l’annuncio a Maria. E quella
donna di 15 anni è stata messa in cima al Duomo di Milano e io lo dico ai miei
figli e a tutti quelli che incontro che quella è la mia mamma. Questo lo dico
abbassando il capo, perché non sono degno di guardare quella donna e mi debbo
convertire”.
La Madonna è un modello di
accoglienza per tutte le mamme, anche per quelle per cui la gravidanza
costituisce un momento di prova. «Il problema è che la diagnostica prenatale –
spiega Aletti - tesa ad individuare embrioni malformati da sopprimere con
aborto selettivo è razzismo, mentre al mondo c’è posto per tutti, sani e non
sani. Tutti quelli che sono venuti al mondo hanno una mamma e quindi il punto
qual è? L’accoglienza, di cui la Madonna è il paradigma». Maria, che con il suo
sì ha detto sì alla vita. «Quando non accogli ti schieri con la morte e
purtroppo una donna che non dice sì alla vita vivrà un tormento per tutta la
vita. Le donne vanno aiutate e non lasciate sole». Continua Aletti: “In Italia
con la legge 194 sono stati fatti 6 milioni di aborti: per avere questo dato
basta prendere i dati della relazione annuale al Parlamento del Ministero della
Salute e sommare tutti gli aborti da quando esiste la legge. Questi 6 milioni
di persone che mancano hanno una notevole ripercussione economica: significa
che in Italia manca una generazione e mezza e il mercato è fermo perché manca
l’utenza. Madre Teresa di Calcutta, quando ritirò il premio Nobel per la pace
disse: l’aborto creerà più danni della bomba atomica”.
Due incontri speciali hanno
segnato la vita di Aletti, con Arturo e con Leandro, due bimbi morti subito
dopo la nascita, di cui il ginecologo ci racconta la storia per far sapere a
tutti che esistono anche Arturo e Leandro. “Erano le due di notte – ricorda
Aletti – ed è nato un bambino alla quindicesima settimana, che sai benissimo
che muore, anzi è campato 10 minuti di orologio l’Arturo. Ho chiesto alla
mamma: lo vogliamo battezzare? La mamma mi ha detto di si. Signora possiamo
chiamarlo Arturo? Bene, io ho battezzato l’Arturo, non lo so perché proprio
Arturo. Se avessi chiamato il cappellano sarebbe morto prima del suo arrivo. Un
collega, che passava di lì, mi dileggia e mi dice: Aletti non buttare l’acqua
su quel bambino, cosa fai? Io gli ho risposto: l’Arturo è campato 10 minuti, ha
cercato di fare un vagito appena, ma l’ho battezzato perché riconosco che
l’Arturo come me (e l’ho chiesto anche alla mamma naturalmente) è chiamato allo
stesso destino mio”.
Al secondo incontro speciale
invece Aletti dà il suo nome, Leandro. “Leandro è nato al quinto mese ed è
ricoverato in una struttura di cui io ero il direttore. Il medico che lo ha
ricoverato giustamente ha scritto aborto inevitabile. La situazione purtroppo
era così. Il medico ha fatto notare questo alla madre, che ha disconosciuto il
figlio, cioè non lo ha voluto perché era un aborto. Non le interessava la
sepoltura. Quindi questo bambino è completamente abbandonato. I medici non
sapevano cosa fare e lo avevano messo in un bidoncino. Quando sono arrivato mi
hanno fatto presente la situazione. Io mi sono fatto portare dell’acqua e ho
detto: come potete vedere questo è un uomo. Leandro io ti battezzo nel nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Leandro è campato un giorno. E’ stato
messo in una piccola culletta, dove ogni tanto qualcuno andava a bagnargli le
labbra. E’ morto la sera stessa”.
Due storie apparentemente
tristi, ma che sono storie di vita, anche se dura soltanto dieci minuti. “Siamo
rimasti in tre gatti a dire queste cose, ma non importa, io sono felice. Non è
questione di coraggio, io non ho nessun coraggio e non sono un eroe, lo scriva,
anzi davanti a queste questioni è meglio mettersi in ginocchio e farci aiutare
dalla Madonna” conclude Aletti. E così mi capita di terminare un’intervista
coma mai avevo fatto prima. Aletti mi dice: preghiamo. Fa il segno della croce
e diciamo insieme un’Ave Maria alla Madonna, nelle cui mani ricolme di grazie
affido l’intervista che ho appena raccolto.
______________________________________________________________________
Pubblichiamo alcune immagini del Policlinico di Milano, l'Ospedale dove Renato è stato amorevolmente assistito al Reparto di ematologia Granelli. In precedenza era stato ricoverato al Niguarda. Al Policlinico è spirato la sera del 15 aprile 2009 dopo i Vespri e dopo aver ricevuto, cosciente, il viatico da Don Norberto, il Cappellano del Policlinico. Il 16 aprile ricorre la Festa di Santa Bernadette a cui Renato era molto devoto.
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giovedì 7 febbraio 2013
9 - 10 febbraio 2013 - Gli incontri di Byblos al Parco Esposizioni di Novegro - Mostra mercato del libro antico e del Novecento, della stampa d'epoca e della cartofilia
Gli incontri di Byblos
Mostra mercato del libro antico e del Novecento,
della stampa d’epoca e della cartofilia
9 - 10 febbraio 2013
Parco Esposizioni Novegro
Milano / Linate Aeroporto
Programma
Sabato 9 e domenica 10 febbraio
Poesia ed economia: la bellezza salverà il mondo?
Presidente Parco Esposizioni Novegro Presidente "Tea Party" LombardiaIn un mondo sempre più dominato dall’economia, qual è il ruolo della cultura?
In un passato neppure troppo lontano, il retaggio della cultura umanista traspariva dalle scelte civiche, urbanistiche e persino paesaggistiche di una nazione, la nostra, che immeritatamente ospita ancora la gran parte del patrimonio artistico mondiale.
Questa eredità rappresenta la nostra ricchezza più preziosa perché custodisce e allo stesso tempo costituisce le radici profonde della nostra identità, ormai minacciata dall’incuria, dall’indifferenza e soprattutto dall’ignoranza.
Tra le cause di questa drammatica situazione, oltre allo smarrimento del senso di appartenenza e alla negazione dell’idea stessa di identità c’è una concezione del mondo che mette al primo posto il profitto, idolo a cui siamo chiamati a sacrificare tutto il resto.
C’è ancora spazio per la poesia, l’arte e la letteratura in una società governata dai tecnici, più interessati a sacrificare la vita sull’arido altare dei numeri piuttosto che tutelare e promuovere la bellezza?
Sabato 9 febbraio, h 15.30:
Cultura, intellettuali e politica
Con la partecipazione di:
Renato Besana, giornalista
Laura Bosio, scrittrice
Gianfranco de Turris, giornalista
Giorgio Galli, politologo
Bruno Nacci, scrittore
Conduce Luca Gallesi
Domenica 10 febbraio, h 9.30:
Cultura, scuola, carcere e mondo del lavoro
Con la partecipazione di:
Giuseppe Polistena, preside Liceo Linguistico Manzoni Francesco Ghelardini, ex-detenuto S. Vittore
Andrea Scarabelli, direttore rivista universitaria “Antares”
Gabriele Zolfo, delegato USB Rsu Comune di Milano
Conduce Luca Gallesi
Domenica 10 febbraio, h 15.00
Presentazione del libro
“Le regole d’oro del buon governo”(dal pensiero di Luigi Einaudi)
Edizioni Virgilio
A cura dell’autrice Mirella Bersani
Conducono:
Gabriele Pagliuzzi Aessandro Ciuti
Link: Byblos - Parco Esposizioni Novegro -------------------------------------------------------------------------------------------------------------- |
Gianfranco de Turris |
"Le regole d'oro del buon governo"
(dal pensiero di Luigi Einaudi)
di Mirella Bersani
"Esiste invero un solo criterio
per giudicare se una affermazione
o un principio o una notizia sia vera o falsa:
la libertà di contraddirla"
per giudicare se una affermazione
o un principio o una notizia sia vera o falsa:
la libertà di contraddirla"
Luigi Einaudi
Le radici di questo modo di essere politica sono in questo libro. Luigi Einaudi, qui, è nella sua luce meno consueta per chi ha visto in lui soprattutto il grande statista. Ha una concezione ben radicata dei valori della politica, ma anche dei valori di una vita familiare ben radicata in quelli della terra coltivata con le proprie mani, e questo soprattutto è quel che viene testimoniato dalle memorie raccolte nel libro. Ma attenti a leggerlo bene, come merita. Alla fine si scopre che il Luigi Einaudi buon padre di famiglia e il Luigi Einaudi buon padre di questa nostra Italia sono, a conti fatti, un'unica persona.
Pagine: 168
Formato: 15 x 21
Legatura: brossura
Prezzo: Euro 22
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martedì 5 febbraio 2013
LA MODERNA OSSESSIONE PER IL SESSO DIMOSTRA CHE L’ANIMA ESISTE di Antonio Socci
Abbiamo ricevuto dal Blog di Antonio Socci il seguente articolo che riproponiamo volentieri ai nostri amici e a chiunque ci segua.
Posted: 03 Feb 2013 01:49 AM PST
Dopo “Cinquanta sfumature di
grigio”, l’industria editoriale sforna i prodotti letterari che sulle ali
dell’eros ambiscono a volare fino alla vetta della classifica dei best-seller.
Ultimo della serie “La sposa nuda” di Nikki Gemmell.
Il sesso parlato, immaginato,
guardato, venduto, comprato, praticato, modulato in mille varianti – diventato
ossessione di massa e, con la rete, prodotto di vasto consumo – sembra sia
l’unica rivoluzione vera scaturita dal ’68 “desiderante”.
DEREGULATION
Antonio Scurati – in un recente
articolo sulla “Stampa” – lo nega. A suo giudizio “l’unica vera rivoluzione”
del dopoguerra “è stata quella liberista degli Anni 80”. Che definisce “una
rivoluzione di destra”.
Ma in realtà tutte vanno sotto
l’insegna della totale deregolamentazione: della finanza e della scienza, della
vita e dei commerci, come dei rapporti sessuali, affettivi e addirittura delle
identità sessuali.
Tale deregolamentazione si sottrae
beffardamente alle categorie “destra” e “sinistra”, come la grande bolla finanziaria
si sottrae ai confini degli stati, ai partiti, ai governi. E li domina.
Pertanto la marxistissima
generazione del ’68 ha dato un decisivo contributo alla più capitalistica e
borghese delle rivoluzioni, erigendo il desiderio a pretesa assoluta e così
spianando la strada a un’industria della sessualità e del suo immaginario che
rende merce i rapporti affettivi e pure i corpi.
E’ la felicità promessa? A leggere
oggi i commenti (e già quelli di ieri, Pasolini, Foucault) pare semmai
infelicità. La famosa e celebrata liberazione sessuale del Novecento si è
risolta in realtà in una nuova alienazione, in una servitù volontaria di massa
e in una pratica di controllo dei corpi e delle menti fra le più pervasive.
LA DISFATTA
Anche Scurati, a cui non manca l’acutezza
dello sguardo, osserva: “di
tutte le rivoluzioni mancate – o fallite – dalla sinistra sedicente
rivoluzionaria, la rivoluzione sessuale è stata la più fallimentare. Sul
terreno ha lasciato quasi solo rovine”, in particolare “la
mastodontica mole sociale della frustrazione sessuale” che “è vasta come
un’intera città ipogea…”.
Un nuovo saggio di Zygmunt Bauman,
“Gli usi postmoderni del sesso” (Il Mulino) cerca di tirare le somme anche
teoriche di un “discorso sul sesso” che ha accompagnato, giustificato e
orientato questa rivoluzione postmoderna.
E le parole filosofiche di questa
rivoluzione (un po’ come i prodotti derivati, nel mercato finanziario) sono
innumerevoli, tanti i pensatori, da Lyotard a Sartre, a Bataille, dall’
“erotismo aristocratico e noiosissimo di Sade al Marcuse di ‘Eros e civiltà’ ”,
che, secondo un pungente Maurizio Ferraris, avrebbe fornito la teorizzazione di
ciò che un suo antico maestro “si era limitato a praticare con le studentesse”.
Così pure il discorso filosofico sul
sesso rischia di finire nel salotto impertinente del pettegolezzo, dove già
naviga la sua versione popolare.
Dunque tiriamo le somme di questa
rivoluzione sessuale. Curiosamente
la letteratura che riflette sul fenomeno, celebra la distruzione nell’ignominia
della vecchia morale sessuale giudaico-cristiana, considerata repressiva,
sessuofoba e arretrata.
Ma al tempo stesso
lamenta che così si è prodotta una devastazione dell’umano, definitivamente
mercificato fra i prodotti di rapido consumo.
Quasi coatto. Com’è peraltro il
comandamento della “forma fisica”, requisito dovuto per “stare sul mercato” dei
corpi. Culto estetico alla cui bisogna provvede un’ulteriore colossale
industria.
Con intelligenza (e amarezza)
Scurati scrive: “ci siamo spinti troppo oltre. Abbiamo eretto ovunque templi
votivi alle divinità acefale del sesso… In società non si parla d’altro…
L’aspettativa è enorme, il culto fervente, la pratica ovunque. Dalla copula tra
i corpi degli amanti ci attendiamo rivelazioni sconvolgenti, dalla compenetrazione
tra gli organi sessuali ci attendiamo l’illuminazione riguardo al senso delle
nostre vite. C’è bisogno di aggiungere che rimarremo delusi?”.
RIVELAZIONI
Ma se invece questo
groviglio di carni ci folgorasse proprio con una rivelazione su di noi?
Se addirittura,
queste povere membra esauste di consumo reciproco, ci parlassero delle anime
che dentro i corpi straripano alla ricerca di Dio, sbattendo in ogni modo le
carni per il desiderio di qualcosa che esse non possono dare, cioè colui che
Dante chiamava “il Sommo Piacere”?
C’è una “cultura del piagnisteo” che
dopo aver giustificato la rivoluzione sessuale, ne lamenta gli esiti. E anche
nei suoi rappresentanti più lucidi come Bauman sembra non vederne la teologia.
Io che professo tutti gli
insegnamenti morali della Chiesa cattolica, che li ritengo anzi liberanti e
pieni di sapienza, e che sento come una violenza psicologica e spirituale,
soprattutto per i più giovani, questa sessuomania dilagante, questa aggressione
pornografica onnipresente, voglio dire che anche la cosiddetta rivoluzione
sessuale ci parla dell’inestirpabile desiderio di Dio. E della sua mancanza.
Del doloroso vuoto di Lui che ci risucchia nel suo gorgo, anche attraverso la
carne.
CARNE MISTICA
Lo mostra luminosamente Fabrice
Hadjadj, un giovane filosofo francese, ebreo d’origine, un intellettuale che fu
ateo anarchico e che ha abbracciato il cattolicesimo: ha scritto in proposito
pagine rivelatrici, in “Mistica della carne. La profondità dei sessi” (Medusa).
E’ uno sguardo cattolico il solo
capace di dare una lettura più profonda (e misericordiosa) del pover’uomo
postmoderno “malato” di sesso.
Mi è capitato di scrivere, in un mio
libro recente, che il moralista che c’è in tutti è portato a qualificare come
“bestiali” le moderne ossessioni sessuali. Del resto nel linguaggio comune è
alle metafore animali che si ricorre (il porco, il maiale…). Eppure è vero il
contrario.
Solo gli esseri umani hanno
l’ossessione del sesso. Gli animali no. Perché tale ossessione non viene dalla
natura biologica, ma dalla mente. Non è un desiderio dei corpi, ma delle anime.
E’ l’anima che ha un desiderio
infinito e straripa dentro un corpo limitatissimo e incapace di soddisfarla.
Questa pornomania
di massa è la prova dell’esistenza dell’anima. Non sono i desideri della carne
che esplodono nell’ossessione sessuale planetaria, ma il desiderio dell’anima a
cui il corpo non riesce a star dietro, anche se l’immaginazione s’inventa mille
varianti e mille avventure (che inevitabilmente risultano presto noiose e
ripetitive).
I desideri dei corpi, per loro
natura, sono sempre limitati ed effimeri, come insegna l’osservazione degli
animali. Sono istinti che, appena soddisfatti, finiscono. Il sesso moderno
invece è sempre inappagato.
Perché abbiamo
dimenticato di essere fatti per l’estasi e non c’è cosa in terra che soddisfi
questo desiderio. I padri della Chiesa la chiamano “divinizzazione”, Dante
scrive che siamo nati “per indiarsi”.
Così mancando
l’estasi ci ubriachiamo con il suo surrogato, l’ebbrezza. Della carne, ma anche
di altro (potere, alcol o magari cocaina).
Tutte cose che creano dipendenza (e
quindi possono produrre grandi affari). In fondo aveva già detto tutto Baudelaire.
Il quale ebbe potente la nostalgia dell’estasi, della “visio Dei”. E non solo
lui.
ON THE ROAD
Quando chiesero a Jack Kerouac cosa
stava cercando la “beat generation”, egli rispose: “Dio. Voglio che Dio mi mostri il suo
volto”. In un appunto del 1949 scriveva: “la vita non è abbastanza, qui sulla
terra non c’è abbastanza da desiderare”.
Un giorno tornò nella chiesa della
sua infanzia, a Lowell, e commosso, in quella bellezza, “ebbi la visione di che
cosa avevo voluto dire veramente con la parola ‘Beat’… significava beato…”.
Questo simbolo della rivolta
generazionale del dopoguerra esprimeva così “il desiderio di andarsene, fuori da questo mondo… ‘in
alto’, in estasi, salvi, come se le visioni dei santi claustrali di Chartres e
Clairvaux tornassero…”.
Per questo nell’ultima intervista al
New York Times fu lapidario: “I’m
not a beatnik. I’m a Catholic”.
Antonio Socci
Da “Libero”, 3 febbraio 2013
Vedi facebook: “Antonio Socci pagina
ufficiale”
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Mistica della carne. La profondità del sesso di Fabrice Hadjadi - Edizioni Medusa
Mistica della carne. La profondità del sesso di Fabrice Hadjadi - Edizioni Medusa
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