sabato 23 novembre 2013

FILIPPINE E MILANO - VITTIME DEL TIFONE HAYAN DELL'11 NOVEMBRE 2013 - COME AIUTARE A MILANO IL POPOLO FILIPPINO

Una cara amica filippina di Renato , Lorna,  ci ha comunicato l'indirizzo a cui tutti gli amici di Renato Bordonali e tutte le persone di buona volontà possono rivolgersi per consegnare gli aiuti per la popolazione delle Filippine.


Lorna ci comunica che c'è una grande necessità di coperte, lenzuola, asciugamani, vestiti e cibo in scatola per tanta gente che è riuscita a salvare la vita ma non la propria casa e quindi ha perso tutto e ha bisogno di tutto.

Gli aiuti possono essere consegnati nelle giornate di sabato e domenica a:

Jesus is Lord Church (Chiesa Evangelica delle Filippine) Via Bisceglie 91/5. Il Pastore si chiama Joe Rivera.

Aiutiamo tutti Lorna ad aiutare il suo caro popolo.




martedì 22 ottobre 2013

Fabio de Fina (1949 - 2013) Fondatore di EFFEDIEFFE Edizioni

Pubblichiamo questo post in memoria di Fabio de Fina, amico e collega editore  di Renato Bordonali. I libri di  EFFEDIEFFE sono stati  sempre presenti negli scaffali della libreria  di Renato "l'Isola del Sole" a Milano ed erano fra i libri più richiesti da amici e clienti. 
Riposi in pace.

Fabio de Fina
(Milano, 21 febbraio 1949 - Proceno, 13 febbraio 2013)
Fondatore di EFFEDIEFFE edizioni

Fabio de Fina (1949-2013), ha svolto l’attività professionale nel campo della consulenza/formazione (manageriale, commerciale, organizzativa) e della ricerca, selezione e valutazione del personale, dall’inizio degli anni ‘80 fino al 1994 presso una primaria società di consulenza aziendale, dal 1994 in proprio. Vanta incontestabili “primogeniture” in Italia nell’ideazione di contenuti nei settori bancario, finanziario ed assicurativo.Ha lavorato per le principali banche, società finanziarie e compagnie di assicurazioni, per importanti enti pubblici e per società di servizi e di grande distribuzione.

Dalla fine degli anni sessanta (per la precisione dall’ottobre 1968) ha animato la “battaglia delle idee” per l’affermazione della cultura cattolica e di una società informata dai princìpi del cattolicesimo, organizzando convegni, conferenze, presentazioni di libri, non trascurando la diffusione di centinaia di migliaia di testi che, anche se si tratta di una goccia nel mare dell’aggressione al cattolicesimo, forse hanno concorso a frenare, di qualche centimetro, la scristianizzazione e quindi la desertificazione e la disumanizzazione della società; in quegli anni soprattutto in modo dilettantesco, non professionale, negli spazi di tempo sottratti all’attività lavorativa.

Ma nel 1991 fonda la EFFEDIEFFE edizioni con cui inizia concretamente la sua attività di editore cattolico pubblicando opere fondamentali di autori storici di livello mondiale del calibro di Dumont, Pernoud, Secher i cui testi – volutamente ignorati dalla cultura dominante, laica ed anticattolica – non erano mai stati pubblicati in Italia prima di allora. La sua attività editoriale continuerà ininterrottamente per 22 anni dando alla luce decine di opere fondamentali, sia storiche che a carattere religioso o di attualità grazie al sodalizio con il giornalista Maurizio Blondet.

Nel 2001 aprirà la libreria Ritorno al reale (che oggi ha sede nel viterbese) e nel 2002, insieme agli amici Siro Mazza e Piero Vassallo e con la collaborazione di Maurizio Blondet, pubblicherà la rivista trimestrale Certamen che per EFFEDIEFFE uscirà in 4 numeri, rivista che si tramuterà nel 2003 nel sito online www.effedieffe.com , diretto poi dallo stesso Blondet che grazie al suo straordinario talento di giornalista da 10 anni sta avendo un rilevante successo. Ultima realizzazione, nel giugno 2006, la libreria on-line EFFEDIEFFEshop, un negozio virtuale che in questi anni ha venduto migliaia di sani testi controcorrente, occultati dalla grande distribuzione.

Fino all’ultimo porterà avanti la sua vocazione di editore cattolico (eredità  ora raccolta, anche se indegnamente, dal suo primo collaboratore).

Il 13 febbraio 2013 si è spento a causa di un tumore, in grazia di Dio, dopo 3 anni di sofferenze.

lunedì 21 ottobre 2013

Comunicato stampa emesso dai Giuristi per la Vita in relazione alla richiesta presentata al Presidente della Corte Costituzionale di nominare un curatore speciale per nove embrioni congelati i cui genitori rivendicano il diritto di destinarli alla ricerca scientifica.

Riceviamo il seguente comunicato dal comitato Verità e Vita:

LINK:Comitato Verità e Vita


LINK: Giuristi per la Vita


COMUNICATO STAMPA 11-2013 dei Giuristi per la Vita
Il 4 ottobre 2013, il Presidente dei Giuristi per la Vita, avv. Gianfranco Amato, ha presentato al Presidente della Corte Costituzionale un’istanza con cui chiede la nomina di un curatore speciale per la difesa di nove embrioni, attualmente congelati e custoditi presso un centro per la fertilità di Firenze.
Gli embrioni sono stati prodotti con la fecondazione in vitro insieme ad un decimo, già morto, approfittando dell'eliminazione del divieto di produrre più di tre embrioni per ogni ciclo, da una coppia della quale un componente è affetto da patologia genetica; cinque di essi sono risultati affetti da quella patologia, mentre la condizione degli altri quattro è rimasta ignota. La coppia ha chiesto al Tribunale di Firenze di sancire il diritto della donna a rifiutare l'impianto di quei nove embrioni e di autorizzarla a produrre altri embrioni; inoltre ha chiesto di affermare il diritto dei genitori a destinare i nove embrioni alla ricerca scientifica indirizzata alla cura della patologia genetica da cui sono affetti.
Il Tribunale di Firenze, nel sollevare la questione di costituzionalità, sostiene che la legge 40 del 2004 sulla fecondazione artificiale è illegittima perché non permette alla coppia di revocare il consenso al trattamento dopo che il concepimento è avvenuto e non permette di destinare gli embrioni non utilizzati alla ricerca scientifica.
L'ordinanza del Giudice di Firenze mira a “chiudere il cerchio” aperto da quelle emesse da altri giudici civili: ottenuta l'autorizzazione a creare più di tre embrioni per ogni ciclo, se ne producono nel numero più alto possibile, si sottopongono alla diagnosi genetica preimpianto, si selezionano e di essi si fa quello che più interessa: si possono utilizzare per instaurare una gravidanza (altri giudici cercano, nel frattempo, di abbattere il divieto di fecondazione eterologa), ma anche per la “ricerca scientifica”, espressione niente affatto specificata ma che contempla con assoluta certezza il risultato finale della morte dell'embrione, congelato, sezionato, “dissolto”, ma anche sottoposto alle sperimentazioni più varie (possiamo dimenticare che, in altri paesi, alcuni "ricercatori" sono giunti ad impiantare embrioni umani nell'utero di scimmie?); utilizzati gli embrioni creati in un ciclo, se ne potranno produrre altri – perché si sa, la ricerca scientifica cerca sempre nuovo “materiale”.
Con l'istanza al Presidente della Corte Costituzionale, i Giuristi per la Vita vogliono rilanciare concretamente due affermazioni, vere e necessarie.
1) Gli embrioni umani non sono “materiale” e non sono nemmeno “cose” di proprietà dei genitori che li hanno prodotti: sono esseri umani vivi, cui deve essere riconosciuta la dignità che spetta a tutti gli uomini. Questa dignità non viene meno se l'uomo è malato o debole; anzi: la civiltà di una nazione si misura proprio dalla sua capacità di tutelare e difendere i deboli dalle aggressioni da parte dei più forti.
2) Un processo non è giusto se non garantisce un effettivo contraddittorio tra tutti gli interessati: lo dice solennemente l'art. 111 della Costituzione. Tutte le cause civili promosse per far cadere i fragili paletti della legge 40 sono controversie fittizie, nelle
quali i promotori - le coppie che si sottopongono alla fecondazione artificiale - sono d’accordo con i convenuti - le cliniche di fertilità: gli operatori, infatti, vogliono riprendere in pieno le pratiche che già prima della legge svolgevano e non hanno mai spento i frigoriferi per gli embrioni, ben consapevoli della concorrenza internazionale e della lucrosità di questa attività (ora, per di più pagata in parte dallo Stato).
Ma queste pratiche hanno delle vittime: gli embrioni; essi, che già hanno visto violato il proprio diritto ad essere generati naturalmente, devono avere, almeno, una chance di nascere, con il trasferimento nel corpo della donna. Certamente gli embrioni hanno diritto a non essere uccisi, a non essere sottoposti a sperimentazione, a non essere dissezionati e dissolti!
Solo un curatore speciale – una figura creata per tutelare i diritti dei minori quando la volontà dei genitori entra in conflitto con i loro interessi – può contribuire a difenderli, intervenendo nel giudizio e rappresentando ai giudici il loro punto di vista sulle domande presentate.
I Giuristi per la Vita si sono rivolti al Presidente della Corte Costituzionale con fiducia: per la prima volta, la Corte Costituzionale può concretamente realizzare quella tutela dei diritti fondamentali dell’embrione che, in numerose pronunce, quell’alto consesso ha solennemente proclamato; lo può fare perché la legge 40 riconosce gli embrioni “soggetti di diritto” (che, quindi, possono intervenire in una controversia) e perché i nove embrioni sono lì, davanti a tutti, vivi e in attesa che gli adulti decidano della loro sorte.
Inoltre la Corte Costituzionale può ricordare ai giudici che le cause non servono a scardinare le leggi dello Stato, ma a risolvere controversie, e che, di fronte a evidenti tentativi di strumentalizzazione della funzione giudiziaria, occorre avere riguardo alla tutela dei diritti di tutti i soggetti coinvolti, soprattutto quelli più deboli.
IL PRESIDENTE


Avv. Gianfranco Amato


lunedì 14 ottobre 2013

Milano, lunedì 14 0ttobre ore 21,00 Spazio Oberdan, Sala Alda Merini, Viale Vittorio Veneto, 2 Milano - INTELLIGENZE SCOMODE del NOVECENTO - OMAGGIO A GABRIELE D'ANNUNZIO


Intelligenze scomode del Novecento 
 CICLO DI INCONTRI

 Ottobre - Novembre 2013
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2, Milano

Il ciclo di incontri è promosso dalla Provincia di Milano / Settore Cultura e Beni Culturali, in collaborazione con ARES/ASSOCIAZIONE RICERCHE E STUDI

Primo incontro:

OMAGGIO A GABRIELE D'ANNUNZIO


Introducono:
Novo Umberto Maerna
Vice Presidente e Assessore alla Cultura
della Provincia di Milano
Luca Gallesi
curatore dell'iniziativa
Renato Besana
giornalista e scrittore

A seguire proiezione del documentario
Gabriele D'Annunzio
Progetto di Giano Accame, regia di Sergio Tou
Produttore Rai Educational 2000
Il filmato prende le mosse dalla denuncia di D’Annunzio della speculazione edilizia ne “Le vergini delle rocce” e la sua successiva proclamazione della prima costituzione a sfondo sociale: la “Carta del Carnaro” di Fiume.




Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Prossimi incontri:


Martedì 5 novembre, alle 18.00 alle 20.00: “Filippo Tommaso Marinetti
Nel video, Pablo Echaurren racconta come il poeta e drammaturgo italiano sia diventato un punto di riferimento per il Movimento del ’77.
Relatori: Cesare Cavalleri con Luca Gallesi


Lunedì 2 dicembre dalle 18.00 alle 20.00: “Mario Sironi”. 
Nel video, Duccio Trombadori commenta l’opera del “più grande dei pittori murali del Novecento”.    

Relatori: Elena Pontiggia con Luca Gallesi.


La rassegna cinematografica “Omaggio a Gabriele D’Annunzio”  si terrà allo Spazio Oberdan il 26, 27 e 30 ottobre in collaborazione con Fondazione Cineteca Italiana.

Informazioni al pubblico:

- Provincia di Milano/Settore Cultura e Beni culturali: tel. 02 7740.6302

    www.provincia.milano.it/cultura
-  Associazione Ares, tel. 02 29514202; www.ares.mi.it

venerdì 5 luglio 2013

PIO II NELL'EPISTOLOGRAFIA DEL RINASCIMENTO - PIENZA - CHIANCIANO TERME 18-20 LUGLIO 2013

Locandina del convegno

ISTITUTO STUDI UMANISTICI 
F. PETRARCA
(Membro della Féderation Internazionale des Sociétés et Instituts 
pour l'Etude de la Renaissance)
Via Gasparo da Salò, 7 - 20124 Milano - Tel. e Fax: ++39-026709044
http://www.lrst.net/   istpetrarca@iol.it


PIO II
NELL'EPISTOLOGRAFIA
 DEL RINASCIMENTO

Pienza - Chianciano Terme
18 - 20 luglio 2013 

COMITATO PROMOTORE
Luisa Rotondi Secchi Tarugi
Presidente Istituto F. Petrarca
Franco Buzzi
Jean Louis Charlet
Alessandro Ghisalberti
Manfred Lentzen
Luciano Patetta
Stefano Pittaluga
François Roudaut
Piotr Salwa
Lionello Sozzi
Gilbert Tournoy
Hermann Walter

ENTI PROMOTORI E PATROCINANTI

Unesco

Ministero per i Beni
e le Attività Culturali

Amministrazione Provinciale 
di Siena

Comune
di Chianciano Terme

Terme di Chianciano

Comune di Pienza

SEGRETERIA DEL CONVEGNO DAL 13/07/2013
Montefollonico, via Landucci 53
Tel. ++39-0577669540 - Cell. 3297636582


PROGRAMMA

GIOVEDI’ 18 LUGLIO 
PIENZA- SALA DELL'EX CONSERVATORIO 


Ore 9,00
Inaugurazione del Convegno
Saluto del Vescovo di Montepulciano, Pienza e Chiusi, del Sindaco di Pienza e della Presidente dell’Istituto Francesco Petrarca

S.STOLF, Univ. di Grénoble: Il letterato e la corte nelle lettere di Enea Silvio Piccolomini
A. DI FRANCESCO, Univ. degli Studi di Napoli - L'Orientale: Pio II nell'epistolografia ungherese del Rinascimento
K. PAJORIN, Istituto di Studi Letterari dell'Accademia delle Scienze Ungherese, Budapest: Ladislao Postumo mella corrispondenza di Enea Silvio Piccolomini
B. BALDI,Univ.degli Studi di Milano: La scoperta dell'Europa centro orientale nella corrispondenza di Enea Silvio Piccolomini con Dyonisius de Széch
M. LENART, Univ. di Opole: Gli scritti di Enea Silvio Piccolomini conservati a Breslavia
M. LENTZEN, Univ. di Muenster: Enea Silvio Piccolomini e la tradizione delle Laudes urbium. La descrizione di Genova, Vienna e Basilea nel suo epistolario
S. PITTALUGA, Univ. di Genova: Le lettere d'amore di Eurialo a Lucrezia
N. AGAPIOU, CESE, Bruxelles: La corrispondenza di Ludovico Gonzaga e di Antonio Donato di Meo e il baldacchino di Pio II
M. LAFFRANCHI, Univ. Catt. di Milano: Il congresso di Mantova e i rapporti con l'Islam: Piccolomini e Cusano

Ore 13,00: Buffet offerto dall'Amministrazione Comunale di Pienza

Ore 15,45

F. CAIRNS, Florida State University : La corrispondenza fra Enea Silvio Piccolomini e Adam de Moleyns
J.L.CHARLET, Univ. di Aix en Provence: Tipologia della corrispondenza di un contemporaneo di Pio II: Niccolò Perotti
J. BENAVENT, Univ. di Valencia: Carteggi tra allievi e maestri universitari nel Rinascimento
B. MESDIJAN, Univ. di Aix en Provence: Modelli di corrispondenze famigliari e professionali nell'epoca umanistica
C. MARSICO, Univ. di Firenze: Il De conficiendis epistulis attribuito a Lorenzo Valla. Prime osservazioni
C. FOSSATI, Univ. di Genova: Tito Livio Fruvolisi e i suoi amici
A. GRISAFI, Univ.di Palermo: La lettera" Ai re e ai Principi" di ColuccioSalutati
I. PIERINI, Univ. di Firenze: Il carteggio privato di Carlo Marsuppini
M. MENNA, Univ. G. D'Annunzio - Chieti: Per un'edizione dell'epistolario di Beroaldo ilVecchio
Ore 20,00: Rientro a Chianciano Terme




VENERDI’ 19 LUGLIO
CHIANCIANO TERME - SALA FELLINI - PARCO ACQUASANTA

Ore 9,00
Saluto del Sindaco di Chianciano Terme e del Presidente delle Terme

F. FORNER,Univ. di Verona: Enea Silvio Piccolomini e le epistole del cardinalato. Alcune considerazioni
A. MARANINI, Univ. di Bologna: Corrispondenze litigiose nella "Repubblica delle lettere": Poliziano, Merula e le scoperte di Bobbio
G. MASI, Univ. di Firenze: Il Crisostomo negli epistolari del '400
C. BEVEGNI, Univ. di Genova: Due traduzioni principi di Plutarco: le lettere di dedica di Angelo Poliziano e Teodoro Gaza
F. BUZZI, Prefetto dell Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana: Lettere di Martin Luther alla moglie Katharina
A.TARABOCHIA. Univ. Catt. di Milano: Un ideale di vita per Lorenzo de' Medici
L. PATETTA, Politecnico di Milano: Missive sforzesche e lettere degli ingegneri ducali di Milano
S. TAGLIALAGAMBA, Istituto di Studi sul Rinascimento-Firenze: Il carteggio "indiretto" di Leonardo da Vinci
M. VERSIERO, Univ. di Napoli - L'Orientale: Dalla scuola del Poliziano al Gonfalonierato del Soderini: Agostino Vespucci e il Cicerone di Heidelberg tra Leonardo e Machiavelli

Ore 12,45: Rientro all'Hotel Cristallo

Ore 16,00

A. PICCARDI, Univ. di Stettino: Le lettere di Leon Battista Alberti
E. TORTELLI, Univ.di Firenze: La consolazione delle lettere: un'inedita epistola di Giovanni Nesi a Braccio Martelli
M.E.SEVERINI, Univ. di Firenze: "Tu che hai lecto et composto tante historie e veduto tanto del mondo". Il carteggio Machiavelli- Guicciardini
G.GIRONDI, Politecnico di Milano - G.SCANDOLA,Mantova: Vita privata e relazioni artistiche nel carteggio di Giovanni Gonzaga
E. JANULARDO, Seconda Università di Napoli: Percezioni di Napoli: un'epistola di Bernardo Tasso tra lettere e arti.
F. MEIER, Univ. di Gottinga: " Non mostrate le lectere". Appunti sui modi e sulle forme e funzioni dell'epistolografia di Michelangelo
M. MARTELLINI, Univ. di Macerata : Bernardino Pino da Cagli epistolografo: teoria e prassi
T. PATETTA, Politecnico di Milano: Pietro Aretino testimone di un'arte nuova
M. DAMIANI, Univ. Jurai Dobrila di Pola: I Sommi Pontefici:destinatari e protagonisti essenziali nelle Lettere del "flagello dei Principi"

Ore 19,30: Rientro all'Hotel Cristallo




SABATO 20 LUGLIO
PIENZA – SALA dell’EX CONSERVATORIO

Ore 9,00

P. SALWA, Direttore Accademia Polacca di Roma: Le lettere di valorose donne di Ortensio Lando e la letteratura cinquecentesca femminile
Y. BELLENGER, Univ. di Reims: Sul carteggio di Etienne Pasquier: lettura di qualche lettera (1529-1615)
G. TOURNOY, Univ.di Lovanio: Il carteggio di Juan Louis Vives
A. ALONSO, Univ. di Madrid: Le prime epistole in versi della letteratura spagnola
G. CHIAPPINI, Univ. di Firenze:Le lettere missionarie di S.Teresa d'Avila
M.J.BERTOMEU, Univ. di Valencia: Il carteggio di Niccolò Sacco con Antoine Perrenot de Granvelle: le lettere del processo del 1555.
I. ZINGUER, Univ. di Haifa: Scrivere o dettare, un genere epistolare in Montaigne
F. ROUDAUT, Univ. di Montpellier : La lettera di Gargantua a Pantagruel
E. WOLFF, Univ. Paris Ovest Nanterre La Defense: La lettera dedicatoria in Erasmo:l'esempio della lettera al Duca di Cléves all'inizio degli Apophthegmata

Ore 13,00: Buffet offerto dall’Amministrazione Comunale di Pienza

Ore 15,30
B.LAVILLATTE, Univ. di Tours: Una corrispondenza per comprendere: l'imbarazzo religioso di Cornelio Agrippa di Nettesheim
A.M.PULIAFITO, Univ. di Basilea: Due dediche, un prologo, una traduzione: il volgarizzamento della Summa de philosophia naturali di Alfonso de Fuentes
J.C.TERNAUX, Univ. di Avignone: Le Epistulae di Jean Second
S. FABRIZIO COSTA, Univ. di Caen: Manuali di epistolografia al margine: intorno alla produzione di un'officina veneziana della prima metà del '500
J. PIETRZAK THEBAULT, Univ. Card. Stefan Wyszynski di Varsavia: Lettere scritte una volta, mille volte lette. La fortuna degli epistolari nell'Italia del '500
G. ROSSI, Univ. di Verona: Enea Silvio e la polemica umanistica contro la scienza del diritto
R. OSCULATI, Univ. di Catania: Lettere di Gesuiti dall'India (1542-1557)
F. NATTA, Univ. di Genova: Epistolografia e teatro. Nuove considerazioni sulla scena
C. PICCHI, Milano: Gesualdo da Venosa nelle lettere di Alfonso Fontanelli e Alfonso II d'Este

Ore 19,00: Conclusione del convegno
Ore 20,00: Cocktail offerto dall’Amministrazione Comunale di Pienza
Ore 21,00: Concerto in Cattedrale del complesso vocale Vox Cordis di Arezzo diretto dal Maestro Lorenzo Donati (programma a parte)
Ore 22,30: Rientro a Chianciano Terme e cena all'Hotel Cristallo



LINK
Il Convegno



martedì 7 maggio 2013

ROMA, 12 MAGGIO 2013 - TERZA MARCIA NAZIONALE PER LA VITA - COMUNICAZIONE DEL COMITATO VERITA' E VITA


Riceviamo dal Comitato Verità e Vita, approviamo e pubblichiamo nel Blog dedicato a Renato:

III MARCIA NAZIONALE PER LA VITA: DIFFIDARE DALLE IMITAZIONI
PERCHÉ ANDARCI, PERCHÉ DIFENDERLA, PERCHÉ PROMUOVERLA 
di Mario Palmaro, Presidente Nazionale del Comitato Verità e Vita
1.         La Marcia è pensiero e azione
La Marcia per la Vita – che si svolge a Roma domenica 12 maggio - è una forma nobile e concreta di impegno: per la vita, per il bene, per la verità. Ogni sana bioetica è, come il cattolicesimo, pensiero e azioni: dal ben-pensare segue il ben agire. Distinguo il bene dal male, e di conseguenza scelgo di fare il bene e di fuggire il male (anche se questo non sempre mi riesce, perché sono un uomo, e talvolta scelgo il male anche quando so che è male).
La Marcia per la Vita esprime pensiero, prima che azione: tanto è vero che la Marcia è tradizionalmente preceduta da un Convegno presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. Quest’anno, al convegno interverranno fra gli altri due convinti difensori della vita, il Cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, e monsignor Crepaldi, arcivescovo di Trieste.
D’altra parte, un convegno non fa notizia. Ecco allora la necessità di mobilitare un popolo, numeroso e determinato, coraggioso e ben formato, disposto a scendere in piazza. Come scesero in piazza gli ungheresi di fronte ai carri armati sovietici, o i polacchi di fronte alla prevaricazione comunista. Perché in Italia e nel mondo è stata dichiarata guerra alla vita, una guerra condotta con l’arma della legalità formale, sancita dalla ingiusta legge 194 del 1978. Echi non vuole diventare complice di questa guerra contro la vita deve fare qualcosa, deve dire qualcosa, deve osare qualcosa.
2.         La Marcia è l’evento più importante per la cultura pro-life in Italia
In soli tre anni la Marcia Nazionale per la Vita è diventata un evento  fondamentale per il mondo pro-life italiano: anzi, l’appuntamento più importante dell’anno. Lo dimostrano le adesioni che sono per qualità e numero impressionanti. Lo dimostra il carattere per molti versi spontaneo, che viene dal basso, della manifestazione, che si è sottratta fin dal principio da possibili strumentalizzazione di natura politica, partitica, settaria. La Marcia non è la creatura di qualche singolo uomo politico, ma è l’espressione più sincera e autentica di una volontà: quella di non rassegnarsi mai all’esistenza di una legge dello Stato che rende diritto l’aborto volontario.
L’anno scorso confluirono a Roma 15.000 persone, quest’anno sono annunciati pullman da tutti Italia e dall’Europa.
3.         Un messaggio chiaro e semplice
Perché la Marcia riscuote questo successo, in un Paese che è a grande maggioranza abortista? La forza della Marcia sta nel suo messaggio, chiaro e semplice: no  all’aborto e no alla legge 194 del 1978 . Inoltre, la Marcia non ha carattere ecclesiale, non è una processione, non è un incontro di preghiera: ad essa partecipano cattolici e altri cristiani, esponenti di altre religioni, credenti e non credenti. Molti tacciono, molti altri pregano, in un clima di grande libertà. In questo modo, la Marcia documenta la ragionevolezza delle ragioni della vita. La Marcia è autonoma e indipendente, e si garantisce una libertà che la sottrae a condizionamenti, compromessi, tattiche, censure interne, pavidità travestite da prudenza.
4.         Un  evento fecondo
La Marcia si dimostra un evento fecondo. L’anno scorso giornali e tv – soprattutto laici – ne  hanno dovuto parlare, e lo hanno fatto con crescente preoccupazione. Molti gestori del media system ritenevano che ormai il mondo pro-life in Italia avesse accettato come un dato irremovibile la legge sull'aborto e che si potesse confinare ogni rigurgito antiabortista dentro il comodo recinto dell’assistenza sociale. Sì all'aiuto alle donne con gravidanze difficili – o almeno a quelle che vogliono essere aiutate – no a qualunque tentativo di mettere in discussione il diritto alla scelta della donna stessa. Una trappola concettuale nella quale certamente sono cadute fette importanti del mondo pro-life. Ma non vi è caduta la Marcia Nazionale per la Vita.
Questo seme sta già germogliando anche a livello locale, dove sono nate quasi dal nulla Marce per la vita locali, come ad esempio in Sicilia e in Piemonte. La Marcia ha poi propiziato la nascita dei Giuristi per la vita, che si propongono di dare assistenza legale alle persone che concretamente si battono contro l’aborto, e che vengono minacciate nell'esercizio del loro lavoro, come ad esempio accade sempre più spesso a medici e infermieri obiettori di coscienza. E’ nata la rivista “Notizie pro Vita”, diretta da un professionista serio e preparato come Toni Brandi.
5.         Un fatto nuovo per l’Italia
La Marcia Nazionale è un fatto nuovo per la cultura pro-life italiana: dal 1978, in oltre trent'anni  non sono mai state organizzate manifestazioni importanti, massicce e in grado di coinvolgere tutto l’associazionismo cattolico contro la legalizzazione dell’aborto e contro la 194 . Tanto è vero che l’associazione pro-life più importante italiana, il Movimento per la Vita, dopo tre anni e almeno fino ad ora non ha aderito ufficialmente alla Marcia Nazionale per la Vita.  Perché questa omissione? La mancanza di una tradizione di piazza dei pro-life italiani ha diverse cause: c’è una oggettiva difficoltà nel mobilitare la gente, soprattutto l’associazionismo cattolico, su questo tema scomodo. C’è soprattutto la paura di scontrarsi con il mondo: chi critica una legge, automaticamente critica lo Stato, e questo genera il timore delle sue reazioni. C’è poi una diffusa confusione dottrinale anche all'interno dello stesso mondo pro-life e mondo cattolico, una carenza nella “ortodossia per la vita”. C’è sempre più diffuso il rischio che si affermi nella prassi un volontario formalmente pro-life che aiuta la donna concreta a non abortire, ma che in linea di principio ritiene legittimo che la donna possa scegliere se abortire o no. Un volontario che prova a dissuadere la donna, ma che è parimenti disponibile ad accompagnarla in ospedale ad abortire “per non lasciarla sola”.
C’è, insomma, l’affermarsi nella stessa cultura pro-life italiana di uno stile più moderato, dialogico, social-filantropico, focalizzato in modo ormai esclusivo sull'azione consultoriale e assistenziale, pronto ad abbandonare definitivamente l’azione culturale e giuridica. Propenso, piuttosto, a qualche sortita politica di carattere dimostrativo, tendente a ottenere qualche piccolo risultato parziale, che non intacchi nemmeno a parole il quadro normativo esistente. Un mondo pro-life, insomma, che sembra essersi stancato di  denunciare pubblicamente le leggi ingiuste – conseguenza: l’opinione pubblica metabolizza e digerisce le leggi ingiuste. Ecco perché migliaia di persone hanno deciso improvvisamente di scendere in piazza, non trovando più rappresentato il loro sdegno e la loro opposizione alla legge abortista vigente.
Certo,  la Marcia nasce anche dalla positiva emulazione della manifestazione che si svolge ogni gennaio a Washington, per protestare contro la sentenza Roe vs. Wade. Una marcia che vede sfilare centinaia di migliaia di americani per dire, semplicemente, “stop abortion”: chissà che un giorno anche in Italia non si possa assistere a qualche cosa di simile.
6.         Perché è importante partecipare.
E’ importante partecipare a questa marcia per due generi di motivi: sia esterni al mondo pro-life, che interni ad esso. Cominciamo dai motivi “esterni”.

Motivi extra moenia
a)    Viviamo ormai nella civiltà dell’aborto. Nel mondo si contano ogni anno circa 45 milioni di aborti volontari, le leggi abortiste si stanno estendendo a tutte le nazioni, la sensibilità dell’opinione pubblica di fronte a questo fenomeno sta declinando in maniera inesorabile verso l’assuefazione e l’assenso acritico.
b)      Vogliamo richiamare l’attenzione dei mass media e dell’opinione pubblica con un messaggio forte e non compromissorio: l’aborto uccide e fa male a milioni di anime.
c)
       Vogliamo dimostrare che il popolo della vita c’è, è minoranza ma non si rassegna e vuole combattere.
d)
      Vogliamo denunciare pubblicamente le leggi ingiuste.

Motivi intra moenia
a)      Dobbiamo scuotere le coscienze assopite o confuse degli stessi credenti, e di non pochi esponenti del mondo pro-life.
b)
      Dobbiamo riaffermare l’ortodossia pro-life di fronte alle “eresie” dottrinali: ad esempio, pensiamo a una serie di slogan che ormai sono ripetuti da giornali e mass media cattolici o di area teoricamente pro-life. Ad esempio, che “la legge 194 è una buona legge”; che “è stata solo applicata male, e ora va applicata tutta”; che essa “prevede l’aborto come extrema ratio.”
c)
       Dobbiamo rilanciare un certo associazionismo pro-life che appare sonnolento e remissivo, dedito al compromesso politico, afono, clericale e dunque non cattolico, impegnato da anni in estenuanti e spesso inconcludenti raccolte di firme.
d)
      Dobbiamo supportare l’agire con un pensiero forte. In troppi ambiti pro-life da anni si vive di un “pensiero debole”, di una sorta di “pensiero liquido” che amalgama identità pro-life ed identità pro-choice. Dobbiamo farlo per dire di no alla riduzione dell’attività per la vita a mera distribuzione di pannolini e passeggini, prevalentemente a extracomunitari e a persone meno abbienti. Nella tragica illusione che la causa dell’aborto sia di natura economica e sociale, secondo una lettura che è – a ben guardare – tardivamente ed essenzialmente marxista.
e)
      Dobbiamo sottrarre i principi non negoziabili a un uso strumentale da parte della politica e di politici dediti al compromesso e all'annacquamento sistematico della verità; strategia che fra l’altro non ha impedito, ma anzi ha accelerato il processo di espulsione dei principi non negoziabili dai programmi dei partiti nelle recenti elezioni.
f)
       Dobbiamo evitare l’annacquamento del tema aborto dentro una più generica e fumosa difesa della vita. Dobbiamo evitare che una certa retorica della povertà – legata alla effettiva crisi economica – serva a non parlare più dei più poveri fra i poveri, come li chiamava Madre Teresa: i bambini non nati uccisi con l’aborto. 
7.         Diffidare dalle imitazioni
Nessuno di noi può pensare di poter fare qualcosa di risolutivo di fronte a questo scenario agghiacciante. Tuttavia, qualche cosa si può fare. Per esempio, partecipare in prima persona alla Marcia Nazionale per la Vita. In secondo luogo, far conoscere la marcia tra amici, in parrocchia, nella diocesi, nel mondo dell’associazionismo. Per vincere la barriera di indifferenza e spesso di vera e propria censura che avvolge questa manifestazione. Non bisogna nemmeno spaventarsi o scandalizzarsi di alcuni maldestri tentativi che sono stati messi in atto per offuscare la Marcia, trasformando la giornata del 12 maggio in qualche cosa di altro e di diverso, e per fare in modo che i mass media, soprattutto cattolici, quel giorno parlino d’altro e non della Marcia.
 Purtroppo il processo di annacquamento del Movimento pro-life in Italia genera anche forme meschine di concorrenza e di censura, alle quali però si deve rispondere con serenità e in modo composto. Il popolo della vita non è stupido: osserva, ed è in grado di capire e di giudicare. Il tempo è galantuomo, e farà prevalere per una volta la moneta autentica su quella falsa.

Mario Palmaro, Presidente Nazionale del Comitato Verità e Vita

Il Comitato Verità e Vita è una Associazione aconfessionale e apartitica. Inizia la sua attività il 28 febbraio 2004 - a seguito dell’approvazione della legge 40/2004 Sulla fecondazione extracorporea -  presenta il Manifesto-Appello “Una legge gravemente ingiusta: la verità sulla fecondazione artificiale ‘in vitro’ ”. Pubblica nel gennaio 2010 il Manifesto Appello “Contro la legge sul testamento biologico. Contro ogni eutanasia.” 
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lunedì 29 aprile 2013

Chiesa, ecumenismo e politica - di Benedetto XVI (Josef Ratzinger)


  • Titolo: Chiesa, ecumenismo e politica.Nuovi saggi di ecclesiologia (Saggi Teologici)
  • Autore: Papa Benedetto XVI (Josef Ratzinger)
  • Editore: San Paolo Edizioni
  • Data: 1987

     In data 27 aprile 2013, Antonio Socci ha pubblicato su "Libero" un articolo in cui si cita ampiamente questo testo bello, interessante e attualissimo del Papa Emerito Benedetto XVI.
     Riportiamo di seguito l'articolo di Antonio Socci, che, come al solito, dimostra di avere le idee molto chiare anche sulla attuale situazione politica italiana:
      
APOLOGIA RATZINGERIANA DEL COMPROMESSO
C’è un documento “rivoluzionario” che vale la pena rileggere oggi perché illumina l’attualità politica. Dovrebbero meditarlo tanto i sostenitori del nascente governo Letta, quanto i suoi rabbiosi oppositori.
E’ un formidabile elogio filosofico e teologico del compromesso come moralità della politica. Ed è una bocciatura senza appello di massimalismi, utopismi, fondamentalismi, ideologie e giacobinismi di tutte le epoche e le latitudini (che possono essere atei o religiosi, di sinistra come di destra).
Questo discorso – particolarmente prezioso in giorni nei quali si confonde, deprecandolo, il compromesso con l’inciucio – porta la firma dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Fu pronunciato il 26 novembre 1981, durante una messa per i deputati cattolici del parlamento tedesco nella chiesa di San Winfried a Bonn.
Il testo è stato poi inserito nel libro “Chiesa, ecumenismo e politica” (edizioni paoline) col titolo “Aspetti biblici del tema fede e politica”.
Ratzinger iniziava spiegando che “lo stato non è la totalità dell’esistenza umana e non abbraccia tutta la speranza umana… questo alleggerisce il peso all’uomo politico e gli apre la strada a una politica razionale”.
Una simile affermazione – che è tipicamente cristiana perché in epoca precristiana il potere tendeva a divinizzarsi, a porsi come assoluto – è la base della vera laicità. Perché afferma che non ci si deve aspettare la felicità e il Bene Assoluto dalla politica.
“La fede cristiana” aggiungeva il cardinale “ha distrutto il mito dello stato divino, il mito dello stato-paradiso e della società senza dominio o potere. Al suo posto ha invece collocato il realismo della ragione”.
Così la politica è chiamata al buon governo delle cose umane, secondo criteri di realismo, gradualismo e razionalità, nella direzione della libertà e della dignità umana.
Con la consapevole accettazione dell’imperfezione che caratterizza ogni realizzazione terrena.
Invece il desiderio di felicità o di Bene Assoluto che riempie il cuore umano è un desiderio infinito che la politica deve servire, ma che non può appagare.
Si deve cercare altrove.
Ogni volta che la politica è stata investita da un’attesa messianica di palingenesi, di purificazione, di redenzione, di liberazione, ha partorito ideologie e sistemi totalitari che – dopo aver promesso il paradiso in terra – hanno costruito inferni.
Infatti Ratzinger osservava – in quel discorso – che “quando la fede cristiana, la fede in una speranza superiore all’uomo, decade, insorge il mito dello stato divino, perché l’uomo non può rinunciare alla totalità della speranza”.
Essendo stato il cristianesimo a portare la laicizzazione dello Stato e della politica, poi, con la scristianizzazione, sono rispuntate le ideologie e i totalitarismi.
E tramontate le ideologie sistematiche e totalitarie del Novecento, un’analoga tentazione – di messianismo politico – continua a permanere oggi nei fondamentalismi, negli utopismi moralisti e giacobini, nei fanatismi manichei che vedono in una parte politica il Bene assoluto e nella parte avversa il Male assoluto.
Ratzinger ha un giudizio netto: “una simile politica, che fa del Regno di Dio un prodotto della politica… è per sua natura politica della schiavitù; è politica mitologica”.
E qui il cardinale sottolinea l’importanza della presenza dei cristiani per proteggere la laicità dello stato dai fanatismi, dai messianismi politici.
Dice: “la fede oppone a questa politica lo sguardo e la misura della ragione cristiana… il rifiuto della speranza che è nella fede è, al tempo stesso, un rifiuto al senso di misura della ragione politica. La rinuncia alle speranze mitiche propria della società non tirannica non è rassegnazione, ma lealtà che mantiene l’uomo nella speranza”.
A questo punto Ratzinger introduce un tema che illumina l’attualità. Oggi infatti in Italia sono sostanzialmente tre politici cattolici, cioè Enrico Letta, Angelino Alfano e Mario Mauro a condurre in porto questa svolta che – se ha successo – può farci uscire dalla guerra civile permanente e portare a una pacificazione storica, a una stagione di ragionevolezza, realismo, bene comune e prosperità.
E anche a un salutare rinnovamento generazionale.
Sono tre giovani politici dai percorsi diversi, ma accomunati dalla fede cattolica e politicamente da un’originaria ispirazione degasperiana .
Anche nel dopoguerra del resto fu la classe politica cattolica, guidata da De Gasperi, a portarci fuori dall’incubo delle ideologie totalitarie e dei loro miti che avevano provocato rovine.
Perché tanto ieri che oggi proprio dei politici cattolici hanno questa funzione storica?
Ratzinger spiega: “Il primo servizio che la fede fa alla politica è la liberazione dell’uomo dall’irrazionalità dei miti politici che sono il vero rischio del nostro tempo”.
Ed ecco la splendida apologia ratzingeriana della razionalità e del compromesso:
“Essere sobri ed attuare ciò che è possibile, e non reclamare con il cuore in fiamme l’impossibile, è sempre stato difficile; la voce della ragione non è mai così forte come il grido irrazionale. Il grido che reclama le grandi cose ha la vibrazione del moralismo; limitarsi al possibile sembra invece una rinuncia alla passione morale, sembra il pragmatismo dei meschini. Ma la verità è che la morale politica consiste precisamente nella resistenza alla seduzione delle grandi parole con cui ci si fa gioco dell’umanità dell’uomo e delle sue possibilità”.
Ratzinger conclude:
“Non è morale il moralismo dell’avventura, che intende realizzare da sé le cose di Dio. Lo è invece la lealtà che accetta le misure dell’uomo e compie, entro queste misure, l’opera dell’uomo. Non l’assenza di ogni compromesso, ma il compromesso stesso è la vera morale dell’attività politica”.
Sono considerazioni autorevoli da prendere come bussola. Oggi che, ancora una volta nella storia di questo Paese, proprio dei politici cattolici stanno provando a “smilitarizzare” la politica, a sminarla dai fondamentalismi, a laicizzarla, a mostrare che il compromesso (se non viene svilito) ha una profonda moralità.
Come nel dopoguerra, si trovano a fianco i riformisti, i liberali e i socialisti. Tutti deprecati dai massimalisti.
E’ il caso di portare a compimento questa svolta con un certo orgoglio, non “alla vergognosa”, se conveniamo – con Ratzinger – che è davvero morale il realismo della razionalità e del compromesso, non l’utopismo, né il giacobinismo, né il massimalismo, né l’integralismo.
Dietro alle tentazioni ideologiche che, nelle diverse forme, hanno bisogno del Nemico e pretendono di mettere sulla scena della politica lo scontro fra il Bene Assoluto e il Male assoluto, sta sempre una forma di gnosticismo, come ha spiegato un grande filosofo, Erich Voegelin, autore del “Mito del mondo nuovo”.
Il cristianesimo ci libera da questo pericolo sempre incombente. Ma – ovviamente – “ciò non significa” conclude Ratzinger “che la fede abbia portato un realismo libero da valori, il realismo della statistica e della pura fisica sociale. Al vero realismo dell’uomo appartiene l’umanesimo e all’umanesimo appartiene Dio”.
Un nuovo umanesimo e un nuovo rinascimento potrebbero essere l’orizzonte e l’ambizione di questa pacificazione nazionale. Se non fallisce e non viene sabotata.
Se non diventa un compromesso al ribasso. Se i protagonisti saranno capaci di far fronte alla grandezza della responsabilità.

Antonio Socci



mercoledì 17 aprile 2013

C'era una volta... l'economia. Oro e lavoro nelle favole dal mago di Oz a Mary Poppins, di Luca Gallesi - Edizioni Bietti - Milano 19 aprile, ore 18,30 - Spazio Tadini, Via Nicolò Jommelli, 24, Milano



Aperitivo letterario 

Venerdì 19 aprile h. 18.30
Spazio Tadini, Via Niccolò Jommelli 24 Milano

ControEconomie
Poeti, filosofi e artisti contro la crisi
L'economia interpretata da arte, poesia e cinema

Nell'occasione, verranno presentati:
Luca Gallesi, C'era una volta... l'economia. Oro e lavoro nelle favole dal mago di Oz a Mary Poppins, Bietti, Milano 2012
Ezra Pound, Carta da Visita, a cura di Luca Gallesi, Bietti, Milano 2012
"Antarès - prospettive antimoderne", N. 4/2013, L'altra faccia della moneta 

Saranno presenti:
La redazione di Antarès
Luca Gallesi, autore e curatore dei volumi
Claudio Bartolini, "Film Tv"

Ingresso gratuito












lunedì 15 aprile 2013

Milano, lunedì 15 aprile 2013 - 4° anniversario della nascita al Cielo di Renato (15 aprile 2009 -15 aprile 2013)


Ricordiamo  Renato  nel giorno del 4° anniversario della sua nascita al Cielo con le  letture di oggi 15 aprile 2013,  tratte da "Sulla tua Parola"", Messalino, Anno 2013 aprile, Editrice Shalom, pag. 520:

ANTIFONA D'INGRESSO - E' risorto il buon Pastore, che ha dato la vita per le sue pecorelle, e per il suo gregge è andato incontro alla morte. Alleluia.

COLLETTA - O Dio, che manifesti agli erranti la luce della tua verità, perchè possano tornare sulla retta via, concedi a tutti coloro che si professano cristiani di respingere ciò che è contrario a questo nome e di seguire ciò che gli è conforme.

PRIMA LETTURA -
At 6,8-15
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Stefano, pieno di grazia e di potenza, faceva grandi prodigi e segni tra il popolo. Allora alcuni della sinagoga detta dei Liberti, dei Cirenèi, degli Alessandrini e di quelli della Cilicia e dell'Asia, si alzarono a discutere con Stefano, ma non riuscivano a resistere alla sapienza e allo Spirito con cui egli parlava. Allora istigarono alcuni perchè dicessero: " Lo abbiamo udito pronunciare parole blasfeme contro Mosè e contro Dio." E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi, gli piombarono addosso, lo catturarono e lo condussero davanti al sinedrio. Presentarono quindi falsi testimoni che dissero: "Costui non fa che parlare contro questo luogo santo e contro la Legge. Lo abbiamo infatti udito dichiarare che Gesù, questo Nazareno, distruggerà questo luogo e sovvertirà le usanze che Mosè ci ha tramandato". E tutti quelli che sedevano nel sinedrio, fissando gli occhi su di lui, videro il suo volto come quello di un angelo.

SALMO RESPONSORIALE

R. Beato chi cammina nella legge del Signore.

Anche se i potenti siedono e mi calunniano,
il tuo servo medita i tuoi decreti.
I tuoi insegnamenti sono la mia delizia:
sono essi i miei consiglieri.

Ti ho manifestato le mie vie e tu mi hai risposto;
insegnami i tuoi decreti.
Fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.

Tieni lontana da me la via della menzogna,
donami la grazia della tua legge.
ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi.

CANTO AL VANGELO
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l'uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio
Alleluia.

VANGELO
Gv 6,22-29
Dal Vangelo secondo Giovanni
Il giorno dopo, la folla rimasta dall'altra parte del mare, vide che c'era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberiade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafarnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono al di là del mare e gli dissero: "Rabbi, quando sei venuto qua?". Gesù rispose loro: " In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perchè avete visto dei segni, ma perchè avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perchè su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo". Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?". Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato".



COMMENTI

1^ Lettura - Nonostante le accuse e le testimonianze false, nessuno riesce a far perdere a Stefano la sua unione con Dio; tutti i presenti vedevano, infatti, sul suo volto i tratti angelici di chi è ormai pienamente in comunione con l'Altissimo. Quando si vive davvero in amorosa comunione con Dio, difficilmente le contrarietà e le sofferenze riescono a toccarci. Questo non perchè abbiamo raggiunto una specie di apatia - tanto impossibile quanto finta - quanto perchè siamo talmente abbandonati alla sua volontà che ci sentiamo protetti e assistiti da lui. Ora, se questo sembra facile quando tutto va bene, diventa più complicato quando la persecuzione e la sofferenza bussano alla nostra porta. In quel momento, è necessario chiedere l'aiuto di Dio.

Vangelo - Per godere della benevolenza di Dio non è necessario realizzare azioni straordinarie: anzi, la vera e unica opera che l'uomo deve compiere è accogliere la salvezza offerta da Dio, credendo nel Signore Gesù. Evidentemente l'assenso di fede non è soltanto qualcosa che riguarda la mente o l'intelligenza, ma è un atto che abbraccia tutta la nostra vita: le scelte, gli affetti, il comportamento e le relazioni. Quando si è riempiti della grazia e della presenza di Dio,  diventa facile anche ciò che a prima vista non sembra esserlo. Ma questo non significa che si è immuni dal dolore e dalla sofferenza o che si vede esaudito ogni desiderio. Dio non ti chiede cose difficili, ma di credere nel Figlio suo. Credere significa affidarsi senza bisogno di ulteriori garanzie se non lui stesso, la sua Parola, il suo Corpo donato. quando hai il coraggio di accettarlo nella tua vita, anche tu vedi miracoli.
Commenti:
Fr.  Roberto Fusco FFB
    


                                          Magnificat

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